Borrell rammaricato: sanzioni contro Bielorussia dopo vertice Ue

Borrell rammaricato: sanzioni contro Bielorussia dopo vertice Ue
Josep Borrell
21 settembre 2020

L’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, ha espresso il suo “rammarico”, al termine del Consiglio Affari esteri oggi a Bruxelles, per il fatto che “non è stato possibile” ai ministri dei 27 decidere sanzioni contro il regime bielorusso, e ha auspicato che sia possibile farlo “alla prossima riunione del Consiglio Esteri”. In quell’occasione, il prossimo 12 ottobre, i ministri degli Esteri “dovranno assolutamente decidere le sanzioni contro il governo bielorusso. Vedremo – ha osservato Borrell durante la conferenza stampa teletrasmessa, alla fine del Consiglio – se ne saranno capaci. A mio parere bisogna assolutamente farlo. Starà al Consiglio europeo (il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo convocato a Bruxelles per il 15 settembre, ndr) aprire la porta e vedere come farlo. Ma non possiamo avere una nuova riunione dei ministri degli Esteri che sia incapace di trovare l’unanimità necessaria per approvare le sanzioni contro la Bielorussia”.

Il regime bielorusso del presidente Alexander Lukashenko è considerato democraticamente illegittimo dall’Ue e accusato di aver truccato i risultati delle elezioni del 9 agosto e di reprimere duramente, con arresti arbitrari e violenze, l’opposizione nel Paese. La leader dell’opposizione bielorussa, Sviatlana Tsikhanouskaya, è stata era oggi a Bruxelles, invitata a parlare ai ministri degli Esteri, a cui ha chiesto di “avere più coraggio”, sottolineando che “le sanzioni sono importanti per la nostra battaglia, perché mettono pressione sulle cosiddette autorità perché comincino a dialogare con noi”.  La mancata decisione sulle sanzioni era comunque scontata, perché già nelle riunioni di preparazione del Consiglio di oggi si era manifestata l’opposizione di uno Stato membro, Cipro, per una decisione che richiede l’unanimità. “Non rimprovero Cipro, ma è evidente, un fatto obiettivo, che ci manca il sostegno di Cipro per avere l’unanimità richiesta”, ha riconosciuto Borrell.

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Il governo di Nicosia non si oppone in principio alle sanzioni al regime di Lukashenko, ma chiede con forza che vi sia parità di trattamento nei confronti di chiunque viola i valori e principi fondamentali difesi dall’Ue (la democrazia, lo stato di diritto, le libertà civili e i diritti umani, il diritto internazionale), e che dunque, parallelamente, siano adottate anche delle sanzioni contro il regime turco di Recep Tayyp Erdogan, colpevole di effettuare con le proprie navi prospezioni e trivellazioni in cerca di idrocarburi nelle acque di competenza di Cipro. Su questo punto, gli Stati membri dell’Ue avevano lanciato un avvertimento ad Ankara durante l’incontro informale dei ministri degli Esteri a Berlino a fine agosto. “Capisco perfettamente la situazione di Cipro”, ha affermato Borrell, e ha ricordato: “Ne abbiamo discusso a Berlino e avevamo deciso che se la Turchia non cambia il suo comportamento rispetto a Cipro, e non lo ha cambiato, noi avremmo considerato delle sanzioni. Ma allo stesso tempo ci sono negoziati, colloqui, in corso, e molti Stati membri considerano che bisogna aspettare che della questione si occupi il Consiglio europeo. Dobbiamo sincronizzare i due processi. Bisogna fare in modo che procedano insieme”. “Starà al Consiglio europeo” del 25 settembre “analizzare le relazioni con la Turchia; la riunione è stata convocata per questo e poi dipenderà dall’orientamento politico del Consiglio europeo, che noi attueremo”, ha aggiunto l’Alto Rappresentante. askanews

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