Caporalato, 3 imprenditori arrestati a Ragusa. Pagavano 3 euro l’ora

Caporalato, 3 imprenditori arrestati a Ragusa. Pagavano 3 euro l’ora
25 luglio 2017

La Squadra mobile di Ragusa, nell’ambito dell’operazione nazionale anti-caporalato “Alto Impatto – Freedom” insieme a personale della Polizia Stradale, della Polizia Scientifica e dei commissariati di Modica e Vittoria, ha arrestato 3 uomini, denunciato 9 persone, controllato 11 aziende nei territori di Ragusa (un arrestato), Ispica (2 arrestati e 3 denunciati) Santa Croce, Vittoria (4 denunciati) e Acate (2 denunciati); 126 braccianti agricoli identificati (17 romeni di cui 12 donne, 41 africani di cui 2 donne, 11 albanesi, 15 bengalesi, 10 pakistani, 5 indiani e 27 italiani). La Scientifica ha video-documentato ogni attivita’ condotta in questi giorni, al fine di cristallizzare, con video e foto, quanto accertato dagli uomini della Squadra Mobile che hanno coordinato tutti gli agenti operanti. Ad Ispica e Santa Croce Camerina Camerina, controllate due aziende virtuose che operavano nel pieno rispetto delle normative. In manette invece Giuseppe La Terra, comisano di 50 anni, titolare di un’azienda agricola in contrada Randello a Ragusa e dei fratelli Emanuele e Massimo Giamblanco, rispettivamente 48enne di Pozzallo e ragusano di 40, titolari di un’azienda in contrada Marza ad Ispica. La Terra (soggetto gia’ accusato di avere fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tratto in arresto dalla Squadra Mobile nel 2014), impiegava 13 braccianti agricoli di cui solo 4 avevano un contratto; 5 dei dipendenti di origini albanesi erano totalmente irregolari sul territorio nazionale e per questo il titolare verra’ denunciato anche per questo reato e gli stranieri espulsi dall’Italia. Il controllo e’ nato da un’attivita’ di routine della Polizia Stradale: la pattuglia del Distaccamento di Vittoria ha controllato un autoarticolato e all’interno ha scoperto i 13 operai nascosti da un telone in plastica.

Leggi anche:
Giovani Alfieri della Repubblica, 29 storie di solidarietà e altruismo

I lavoratori hanno riferito che la paga per tutti (anche quelli con contratto) era di 25 euro al giorno per 8 ore circa, ovvero 3 euro per un’ora di lavoro, paga totalmente difforme a quanto previsto dai contratti collettivi.  Gravissime condizioni di degrado all’interno dell’azienda agricola e in particolar modo nei magazzini trasformati in abitazioni per nulla idonee, come certificato dall’Asp di Ragusa. Le dichiarazioni degli operai sono state fondamentali per gli investigatori della Squadra mobile di Ragusa; tutti sono stati concordi nel riferire di lavorare presso l’azienda La Terra e che lui gli aveva offerto come alloggio queste casette fabbricate senza alcun minimo rispetto delle normative sull’edilizia; era lui che impartiva gli ordini, organizzava il lavoro all’interno dell’azienda e li pagava. Tutti hanno affermato che le loro condizioni economiche sia pregresse che attuali erano e permangono miserevoli. Condizione altrettanto grave in territorio di Ispica, dove un’azienda di oltre 250.000 metri quadr, impiegava circa 30 lavoratori che, seppur quasi tutti ingaggiati, venivano sfruttati. I due fratelli Giamblanco gestivano l’azienda di famiglia insieme ad altri due fratelli ed alla moglie di uno di loro. Uno dei due fratelli, durante il controllo aveva avvicinato gli operai minacciandoli di licenziarli se avessero detto la verita’: “Dovete dire che prendete 50 euro per 8 ore di lavoro, altrimenti vi licenzio”. I braccianti hanno riferito di guadagnare 35 euro al giorno per 10-12 ore, sempre 3 euro circa all’ora. Effettuati controlli anche ad Acate; sono stati denunciati un imprenditore di Mantova che ha delocalizzato la sua azienda agricola in provincia di Ragusa con diversi impianti per produzione in serra ed una giovane romena di appena 19 anni che da bracciante agricola voleva provare a fare il “salto”, sfruttando i propri connazionali ed altri nord africani: con l’aiuto del titolare aveva deciso di diventare imprenditrice senza alcuna licenza e sfruttando i braccianti.

Leggi anche:
Giovani Alfieri della Repubblica, 29 storie di solidarietà e altruismo

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti