Cemento e erosione, coste italiane a rischio. Sicilia e Puglia in testa

Cemento e erosione, coste italiane a rischio. Sicilia e Puglia in testa
28 giugno 2016

coste maredi Enzo Marino

Il 51% dei litorali italiani è stato trasformato da case e palazzi e la cifra, senza un cambio delle politiche, è destinato a crescere: negli ultimi decenni al ritmo di 8 chilometri all`anno, più della metà dei paesaggi costieri sono stati trasformati da palazzi, alberghi e ville. Un terzo delle spiagge è interessato da fenomeni erosivi attualmente in espansione; 14.542 sono le infrazioni accertate nel corso del 2014 tra reati inerenti al mare e alla costa in Italia, 40 al giorno, 2 ogni chilometro, ancora in crescita rispetto al 2013. L`habitat marino è costantemente messo alla prova dall`inquinamento, con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (40% in alcune località) e ben 1.022 agglomerati in procedura di infrazione europea. Il 45% dei prelievi realizzati da Goletta Verde nel 2015 è risultato inquinato, mentre la plastica continua a colonizzare spiagge e fondali marini. Solo il 19% della costa (1.235 chilometri) è sottoposta a vincoli di tutela. Questa la foto dell`Italia a partire dalle coste analizzate a 360 gradi, con 16 contributi di esperti dedicati alle aree costiere e allo stato di salute dei nostri mari e al Mediterraneo quale hot spot del cambiamento climatico, offerta dal rapporto Ambiente Italia 2016, a cura di Legambiente.

Tra le minacce incombenti il fenomeno dell`erosione costiera, che oggi interessa in maniera più o meno diffusa tutte le regioni italiane. Oggi più di un terzo delle nostre spiagge è in erosione e il futuro sembra ancora più arduo per l`innalzamento del livello del mare e l`intensificarsi dei fenomeni climatici estremi, cui attualmente non stiamo dando risposte adeguate. Tra le regioni, la Sicilia ha il primato assoluto di km di costa caratterizzati da urbanizzazione meno densa ma diffusa (350 km), seguita da Calabria e Puglia; la Sardegna è invece la regione più virtuosa per quantità di paesaggi naturali e agricoli ancora integri e comunque è la regione meno urbanizzata d`Italia. E` davvero preoccupante sottolineare come dal 1988 ad oggi, malgrado fosse in vigore la legge Galasso che avrebbe dovuto tutelare le aree entro i 300 metri dalle coste, sono stati trasformati da case e palazzi ulteriori 220 chilometri di coste, con una media di 8 km all`anno, cioè 25 metri al giorno. Tra le regioni più devastate la Sicilia con 65 km, il Lazio con 41 e la Campania con 29. Nelle aree costiere, secondo i dai Istat, nel decennio 2001 – 2011 sono sorti 18mila nuovi edifici.

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Ben 700 edifici per chilometro quadrato sia in Sicilia che in Puglia, 600 in Calabria ma anche 232 per chilometro quadrato in Veneto, 308 in Friuli Venezia Giulia e 300 in Toscana, Basilicata e Sardegna. Ma non è solo la costa a soffrire la mancanza di politiche adeguate, innovative e sinergiche: i nostri mari continuano a essere minacciati dai problemi di inquinamento. Perché i ritardi nella depurazione riguardano ancora troppe città, non solo costiere, ed è vergognosa la situazione di tanti litorali italiani che fanno scappare i turisti. La maladepurazione riguarda il 25% dei cittadini italiani. Dato confermato purtroppo anche da due sentenze di condanna della commissione europea (nel 2012 e 2014) e da una procedura aperta nel 2015 per il mancato rispetto della direttiva 91/271sulla depurazione degli scarichi civili. Sono ben 1.022 (il 32% del totale), gli agglomerati coinvolti dai procedimenti europei: 81% di quelli Campani, il 73% della Sicilia, il 62% della Calabria. Problema non proprio ininfluente, visto che le sanzioni costeranno 476 milioni di euro l`anno dal gennaio 2016 a completamento delle opere. In positivo, le regioni più virtuose per depurazione sono il Veneto con “solo” il 17% dei comuni coinvolti, la Toscana col 18% e il Friuli Venezia Giulia col 24%. Anche le analisi delle acque condotte da Goletta verde nel 2015 sono risultate inquinate nel 45% dei casi.

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