Centrodestra, patto al fotofinish per le Regionali: Veneto a Lega, Salvini apre su Lombardia
Dopo settimane di tensioni tra Lega, FdI e Forza Italia, la coalizione ha trovato un’intesa sui candidati in Veneto, Campania e Puglia, con compromessi che potrebbero influenzare anche le prossime politiche.

Dopo mesi di stallo, smentite, riunioni annullate e schermaglie al vetriolo tra alleati, il centrodestra ha finalmente chiuso la partita dei candidati presidenti in vista del secondo turno delle elezioni regionali, in programma il 23 e 24 novembre. A due settimane dalla scadenza per la presentazione delle liste, il patto è stato siglato a margine di un incontro tecnico sulla manovra economica, suggellando un compromesso faticosamente raggiunto tra le tre forze di maggioranza: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
In Veneto, dove si prevede una vittoria quasi certa per la coalizione, la Lega ottiene il via libera a candidare il proprio vice segretario, Alberto Stefani, nome fin dall’inizio sponsorizzato da Matteo Salvini. Una scelta che mette fine a settimane di pressioni da parte di Giorgia Meloni, che aveva rivendicato per FdI il diritto di guidare una delle grandi regioni del Nord, essendo il primo partito del Paese.
In Campania, invece, dopo uno scontro aperto tra meloniani e forzisti, la spunta Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e storico esponente di Fratelli d’Italia. La sua candidatura era stata messa in discussione per timori legati alla possibile sconfitta contro il presidente uscente Roberto Fico, ma sondaggi interni e una valutazione strategica hanno convinto Meloni a puntare su di lui.
In Puglia, regione considerata la più ostica per il centrodestra, la coalizione punta su un profilo civico: Luigi Lobuono, imprenditore ed ex presidente della Fiera del Levante. Una scelta pragmatica, volta a superare le divisioni interne e a intercettare un elettorato meno ideologizzato.
La partita del Veneto: tra leadership e alleanze fragili
Il nodo più spinoso è stato senza dubbio il Veneto. Qui, la fine dell’era Zaia — impossibilitato a correre per un terzo mandato consecutivo — ha aperto un vuoto di potere che nessuno dei due partiti dominanti voleva lasciare all’altro. Meloni aveva chiarito fin da subito che Fratelli d’Italia, come primo partito nazionale, meritava di governare almeno una delle grandi regioni settentrionali.
Ma per Salvini, cedere il Veneto avrebbe significato indebolire la Lega nel suo cuore storico, rischiando una ribellione interna della Liga Veneta. La soluzione è arrivata grazie a un compromesso indiretto: l’apertura di FdI alla candidatura leghista in Veneto è stata bilanciata da un impegno formale — messo nero su bianco — da parte della Lega a riconoscere a Fratelli d’Italia il diritto di indicare il candidato in Lombardia, regione che andrà al voto nel 2028, salvo anticipi.
Salvini ha formalizzato questa apertura con una dichiarazione tecnica, ma densa di implicazioni: “La scelta sarà annunciata al momento opportuno, riconoscendo il diritto di individuare il candidato presidente, da scegliere con la coalizione, al partito con il più recente maggior peso elettorale in Lombardia precedente le elezioni”. Una frase che lascia aperta la possibilità di un voto anticipato in Lombardia già nel 2027, in concomitanza con le elezioni politiche.
Parallelamente, nelle ultime ore è emersa con forza la questione della legge elettorale: in particolare, la richiesta di FdI di eliminare i collegi uninominali, pilastro del sistema elettorale caro alla Lega. Si tratta di un tema destinato a tornare al centro del dibattito nei prossimi mesi.
Campania, la frattura ricomposta all’ultimo minuto
Se il Veneto è stato il teatro di una trattativa sotterranea, la Campania ha visto esplodere in pieno giorno le tensioni tra alleati. Per giorni, Forza Italia ha frenato sulla candidatura di Cirielli, chiedendo attraverso il deputato Fulvio Martusciello che il viceministro si scusasse pubblicamente per frasi pronunciate in passato contro Silvio Berlusconi.
La situazione è precipitata ieri, quando Fratelli d’Italia ha annunciato in solitaria la candidatura di Cirielli, seguita a ruota dalla Lega e da Noi Moderati. Forza Italia ha reagito con un netto stop, rischiando di far saltare l’intera coalizione in una regione già difficile da conquistare.
L’epilogo è arrivato con un incontro di emergenza a pranzo: Cirielli ha rilasciato una nota in cui dichiara di aver “sempre stimato il Cavaliere”, e Maurizio Gasparri, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha dato il via libera alla candidatura. Ma come dimostrano le recenti tornate elettorali, la vera battaglia comincia dopo la presentazione delle liste. Con le liste in corsa per ogni singolo seggio, la competizione interna al centrodestra potrebbe rivelarsi altrettanto aspra di quella con il centrosinistra.
