Politica

Commissione euro, su Npl Vigilanza Bce non ha potere legislativo

Su Npl, l’autorità di Vigilanza Bce non ha potere legislativo. Continua a ribadirlo il vicepresidente della Commissione responsabile per l’Euro, Valdis Dombrovskis, secondo il quale, bisogna distinguere le competenze e i ruoli diversi che hanno la Commissione europea e l’Ssm, l’autorità di Vigilanza bancaria unica della Bce. Comunque, le nuove regole sui crediti deteriorati (Npl) che l’Ssm ha proposto il 4 ottobre scorso con un “addendum alle linee guida” della Bce sono per ora “solo a livello di consultazione”, e quando la consultazione sarà terminata l’Autorità di vigilanza prenderà delle decisioni che “resteranno nell’ambito delle sue competenze”, sottolinea Dombrovskis. L'”addendum” del 4 ottobre prevede che tutte le banche aumentino automaticamente gli accantonamenti sugli Npl (“non performing loan”) di nuova classificazione a partire dal 2018. Gli accantonamenti dovrebbero coprire l’intera perdita potenziale sui prestiti deteriorati non garantiti che non sono sostenuti da collaterale dopo due anni, e per sette anni nel caso di crediti a rischio garantiti. Queste proposte hanno trovato immediatamente una forte e generale opposizione dell’Italia. Secondo le critiche giunte dal mondo bancario italiano una tale normativa prescrittiva e generale, applicabile a tutte le banche, non solo sarebbe sbagliata nel merito e si tradurrebbe in un danno per l’economia e in una restrizione dell’accesso al credito per le Pmi, ma sarebbe anche scorretta formalmente, perché questo tipo di proposte non competono alla Vigilanza, ma semmai alle istituzioni legislative europee: la Commissione, che ha il potere d’iniziativa, ed Europarlamento e Consiglio, i co-legislatori.  “A luglio – ricorda Dombrovskis -, i ministri dell’Ecofin hanno concordato un piano d’azione per affrontare il problema Npl, con quattro capitoli: vigilanza bancaria, mercati secondari, insolvenza e riscossione dei crediti, riforma delle strutture del sistema bancario. Alcuni di questi sono temi di cui si occupa la Vigilanza, altri sono di competenza della Commissione europea e dei co-legislatori”.

Quanto all’Ssm, “nel suo ruolo di supervisore unico ha aperto delle consultazioni sul modo in cui valuterebbe le misure prese dalle banche per i nuovi Npl. Quando la consultazione sarà conclusa, perché qui siamo a livello di consultazione, noi siamo fiduciosi – afferma Dombrovskis – che qualunque azione del Ssm prenderà in conto e integrerà i ‘feed-back’ che avrà ricevuto, e che resterà – ha sottolineato – entro i confini delle sue competenze giuridiche”. Il vicepresidente della Commissione evidenzia anche che la base di riferimento dell’Esecutivo comunitario è e resta il piano d’azione dell’Ecofin, come ad allontanare il timore che il riferimento possa ora diventare l'”addendum” dell’Ssm. “In generale – conferma -, noi pensiamo che il piano d’azione adottato a luglio dall’Ecofin sia una buona base per lavorare sui crediti deteriorati, ed è su questa base che stiamo lavorando”. “Si deve notare – precisato ancora Dombrovskis – che ci sono differenti competenze istituzionali: la Commissione europea ha ricevuto il compito di esaminare possibili reti di protezione (‘backstop’, ndr) per crediti di nuova emissione che diventano crediti deteriorati, e questo è in linea con il piano d’azione deciso all’Ecofin di luglio; mentre la consultazione della Bce sarà uno degli input per il lavoro della Commissione sul backstop statutario prudenziale, un lavoro che è in corso. Ma c’è differenza – ha insistito l vicepresidente della Commissione – fra legislazione e azione di vigilanza. La legislazione si applica a tutte le banche. I supervisori bancari lo chiamano ‘primo pilastro'”. Invece, “le azioni della vigilanza sono in definitiva basate sui poteri del cosiddetto ‘secondo pilastro’, e guardano alle banche con un rischio specifico. Insomma – conclude – dobbiamo distinguere fra i due ruoli”.

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