Commissione euro, su Npl Vigilanza Bce non ha potere legislativo

Commissione euro, su Npl Vigilanza Bce non ha potere legislativo
12 ottobre 2017

Su Npl, l’autorità di Vigilanza Bce non ha potere legislativo. Continua a ribadirlo il vicepresidente della Commissione responsabile per l’Euro, Valdis Dombrovskis, secondo il quale, bisogna distinguere le competenze e i ruoli diversi che hanno la Commissione europea e l’Ssm, l’autorità di Vigilanza bancaria unica della Bce. Comunque, le nuove regole sui crediti deteriorati (Npl) che l’Ssm ha proposto il 4 ottobre scorso con un “addendum alle linee guida” della Bce sono per ora “solo a livello di consultazione”, e quando la consultazione sarà terminata l’Autorità di vigilanza prenderà delle decisioni che “resteranno nell’ambito delle sue competenze”, sottolinea Dombrovskis. L'”addendum” del 4 ottobre prevede che tutte le banche aumentino automaticamente gli accantonamenti sugli Npl (“non performing loan”) di nuova classificazione a partire dal 2018. Gli accantonamenti dovrebbero coprire l’intera perdita potenziale sui prestiti deteriorati non garantiti che non sono sostenuti da collaterale dopo due anni, e per sette anni nel caso di crediti a rischio garantiti. Queste proposte hanno trovato immediatamente una forte e generale opposizione dell’Italia. Secondo le critiche giunte dal mondo bancario italiano una tale normativa prescrittiva e generale, applicabile a tutte le banche, non solo sarebbe sbagliata nel merito e si tradurrebbe in un danno per l’economia e in una restrizione dell’accesso al credito per le Pmi, ma sarebbe anche scorretta formalmente, perché questo tipo di proposte non competono alla Vigilanza, ma semmai alle istituzioni legislative europee: la Commissione, che ha il potere d’iniziativa, ed Europarlamento e Consiglio, i co-legislatori.  “A luglio – ricorda Dombrovskis -, i ministri dell’Ecofin hanno concordato un piano d’azione per affrontare il problema Npl, con quattro capitoli: vigilanza bancaria, mercati secondari, insolvenza e riscossione dei crediti, riforma delle strutture del sistema bancario. Alcuni di questi sono temi di cui si occupa la Vigilanza, altri sono di competenza della Commissione europea e dei co-legislatori”.

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Quanto all’Ssm, “nel suo ruolo di supervisore unico ha aperto delle consultazioni sul modo in cui valuterebbe le misure prese dalle banche per i nuovi Npl. Quando la consultazione sarà conclusa, perché qui siamo a livello di consultazione, noi siamo fiduciosi – afferma Dombrovskis – che qualunque azione del Ssm prenderà in conto e integrerà i ‘feed-back’ che avrà ricevuto, e che resterà – ha sottolineato – entro i confini delle sue competenze giuridiche”. Il vicepresidente della Commissione evidenzia anche che la base di riferimento dell’Esecutivo comunitario è e resta il piano d’azione dell’Ecofin, come ad allontanare il timore che il riferimento possa ora diventare l'”addendum” dell’Ssm. “In generale – conferma -, noi pensiamo che il piano d’azione adottato a luglio dall’Ecofin sia una buona base per lavorare sui crediti deteriorati, ed è su questa base che stiamo lavorando”. “Si deve notare – precisato ancora Dombrovskis – che ci sono differenti competenze istituzionali: la Commissione europea ha ricevuto il compito di esaminare possibili reti di protezione (‘backstop’, ndr) per crediti di nuova emissione che diventano crediti deteriorati, e questo è in linea con il piano d’azione deciso all’Ecofin di luglio; mentre la consultazione della Bce sarà uno degli input per il lavoro della Commissione sul backstop statutario prudenziale, un lavoro che è in corso. Ma c’è differenza – ha insistito l vicepresidente della Commissione – fra legislazione e azione di vigilanza. La legislazione si applica a tutte le banche. I supervisori bancari lo chiamano ‘primo pilastro'”. Invece, “le azioni della vigilanza sono in definitiva basate sui poteri del cosiddetto ‘secondo pilastro’, e guardano alle banche con un rischio specifico. Insomma – conclude – dobbiamo distinguere fra i due ruoli”.

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