Consulenza McKinsey su Recovery, scoppia putiferio. Poi governo precisa

Consulenza McKinsey su Recovery, scoppia putiferio. Poi governo precisa
6 marzo 2021

Su una consulenza affidata dal governo alla società statunitense McKinsey si scatena la polemica tra l’esecutivo e le forze politiche. Questa mattina su alcuni organi di stampa è stata pubblicata l’indiscrezione riguardante un contratto firmato dal Mef con la società di consulenza strategica per la redazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una notizia che ha fatto subito divampare le polemiche. “Stupiti” per la decisione si dicono da Leu, con Loredana De Petris, che chiede che il Parlamento sia “preventivamente avvertito e consultato”. Perplessità anche dal Pd. L’ex ministro Francesco Boccia parla di scelta “abbastanza grave” se confermata e Antonio Misiani, ex viceministro al Mef, commenta su Twitter: “‘La governance del Pnrr è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti’ aveva detto Draghi al Senato. Se lo schema è cambiato, va comunicato e motivato al Parlamento”.

Di scelta “inaccettabile” parla Ricardo Merlo (Maie) mentre Fdi annuncia la volontà di convocare in Parlamento il ministro Daniele Franco. “E’ possibile – ironizza Giorgia Meloni – che con tutti i ministri, viceministri, sottosegretari, capi dipartimento, capi uffici legislativi, task force, dirigenti, tecnici e funzionari dello Stato che abbiamo, il Governo Draghi debba affidare la stesura del Recovery Plan ad una società privata di consulenza?”. In serata arriva la precisazione del Mef. “McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l`amministrazione nell`ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso – si legge in una nota – non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr. Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia”. Parole che fanno chiarezza ma che non chiudono definitivamente il caso: “Prendiamo atto – dicono i deputati M5s in commissione Affari costituzionali – ma, come abbiamo sempre sostenuto, sottolineiamo la necessità che il Parlamento e le articolazioni dello Stato siano centrali nella predisposizione del piano”.

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