Conte sfida Guardiola: “Siamo alunni davanti ai maestri, ma non abbiamo paura”
Alla vigilia dell’appuntamento con il Manchester City, il tecnico del Napoli miscela rispetto e ambizione: parole nette per preparare una squadra che vuole crescere in Europa mantenendo identità e compattezza.
Antonio Conte
Il tecnico azzurro sceglie parole che uniscono rispetto e ambizione: “Ci consideriamo degli alunni che vengono ad affrontare dei maestri – spiega – ma non per questo rinunciamo alla nostra identità. Siamo qui per crescere e per competere”.
L’immagine è potente: da una parte il club simbolo della Premier, macchina quasi perfetta da un decennio guidata dal miglior allenatore del mondo; dall’altra, una squadra che ha conquistato lo Scudetto e che ora vuole misurarsi con l’Europa senza complessi, passo dopo passo.
La Champions come banco di prova
Conte non si nasconde dietro frasi di circostanza. Ricorda le difficoltà di un torneo che, già nella fase a gironi, ha visto Real Madrid e City costrette a spareggi ad altissima intensità: “Questo fa capire il livello, nessuno può sottovalutare nessuno”.
Per il tecnico, la parola chiave resta “crescita”: partita dopo partita, senza rimpianti, con lo sguardo rivolto al lungo periodo. L’approccio è pragmatico e progressivo: prendere il buono da ogni esperienza per consolidare un progetto iniziato lo scorso anno.
Non è un caso che il mercato abbia portato a Napoli volti nuovi e giovani promesse. Hojlund, Lucca, Ambrosino sono innesti pensati per alzare il tasso tecnico e garantire prospettiva. “So bene – sottolinea Conte – che la crescita del Napoli passa dalla crescita di ogni singolo giocatore. Qui nessuno deve sentirsi un comprimario”.
Identità tattica e fiducia nel gruppo
Il messaggio è chiaro: niente barricate. “Non possiamo limitarci ad aspettare e colpire in contropiede. Non è questa la strada per crescere”, afferma il tecnico, convinto che la squadra debba mantenere la propria identità offensiva anche contro un gigante come il City.
Conte spinge per continuità tattica e crescita collettiva, lavorando sulle progressioni del progetto avviato. Pur riconoscendo i propri difetti, il valore sta nella stabilità—nella capacità di non tradire il lavoro svolto fino a qui.
C’è fiducia nelle condizioni fisiche di Meret, di nuovo a disposizione dopo l’infortunio; un segnale che contribuisce alla serenità dello spogliatoio e alla possibilità di non dover adattare il piano per defezioni impreviste.
Mercato e valorizzazione del talento
Il Napoli ha parlato con il portafoglio e con la lente di prospettiva: gli acquisti sono funzionali a sostenere il cuore dell’organico, con attenzione ai giovani che possono esplodere sotto la guida tecnica. Hojlund porta fisicità e potenza d’attacco; Lucca e Ambrosino rappresentano scommesse su crescita e rendimento futuro.
Conte insiste sul fatto che la crescita collettiva passi per lo sviluppo del singolo: allenamenti, minutaggio mirato e controllo psicologico sono fattori che il club ha messo al centro del progetto per evitare stagioni isolate di successo.
Guardiola, De Bruyne e l’ombra lunga di un decennio
L’elogio più sentito Conte lo riserva proprio all’avversario: “Guardiola è incredibile, da dieci anni al City. È il miglior allenatore al mondo”. Parole che pesano, soprattutto alla vigilia di un confronto diretto che promette scintille.
Dal lato opposto, Guardiola restituisce la stima: “Conte ha sempre fatto benissimo, sarà una partita durissima”. Lo spagnolo sorride per il ritorno di Kevin De Bruyne, pilastro del City e vecchia conoscenza di Conte, convinto che il belga possa calarsi da subito nella nuova realtà.
Al tempo stesso, Pep guarda con rispetto a McTominay: il centrocampista inglese, dopo l’esperienza al Manchester United, sembra aver trovato equilibrio e motivazione in Serie A. “Sta vivendo una seconda giovinezza”, commentano gli addetti ai lavori.
Donnarumma e il peso della tradizione
In porta, conferma scontata per Gigio Donnarumma. Guardiola lo presenta come l’ultimo tassello di una tradizione ininterrotta di portieri straordinari: “Negli ultimi dieci anni non ci siamo mai fatti mancare nulla, Gigio è la prosecuzione naturale di questo percorso”.
Il confronto tra club non è solo tattico, ma anche simbolico: il Napoli è chiamato a dimostrare se lo Scudetto è stato un punto d’arrivo o il preludio a un salto definitivo in Europa. Al netto dell’epica della sfida, sul campo conteranno lucidità, intensità e capacità di adattamento.
Un duello tra giganti, che mette in scena non soltanto un match ma lo scontro tra due filosofie: la crescita ostinata e disciplinata di Conte contro la perfezione costruita nel tempo da Guardiola.
