Coronavirus, l’Europa non si riprende i fondi strutturali: 11 miliardi restino in Italia

20 marzo 2020

L’Italia, sul fronte economico, deve aspettarsi dall’Unione europea “massima flessibilità sugli aiuti di Stato. E’ importante perché così l’Italia potrà investire nella sanità, nel turismo, nei trasporti, a beneficio delle piccole e medie imprese”. Parola della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha anche annunciato che la Cina “ci sta mandando due milioni di mascherine da sala operatoria, altre duecentomila di sicurezza e cinquantamila tamponi”.  Attrezzature che verranno inviate “dove c’è più bisogno nell’Ue, cioè in Italia” e “le spediremo entro la settimana prossima”. Von der Leyen ha anche chiarito: “Abbiamo un’iniziativa per gli investimenti. Perché ci sono fondi strutturali inutilizzati. L’Italia ce li avrebbe dovuti restituire: abbiamo deciso invece di lasciarveli, per spenderli dove saranno più utili. Per esempio sul mercato del lavoro. Sono undici miliardi”.

“Gli strumenti ci sono e li useremo tutti”, rassicura invece il responsabile dell’euro Valdis Dombrovskis, chi teme che l’Europa brancoli nel buio. Ma il presidente dell’eurogruppo, Mario Centeno ammette che si stanno esplorando anche altre strade oltre a quelle esistenti, “per rafforzare la risposta”, perche’ non tutti sono d’accordo che quello che c’e’ a disposizione sia sufficiente: una frase che letta alla luce della richiesta del premier italiano sembra prefigurare l’ipotesi di un utilizzo del MES. Infatti, proprio Giuseppe Conte, ha chiesto alla UE di usare “tutta la potenza di fuoco” del fondo di salvataggio da 500 miliardi di euro per affrontare la crisi economica del continente. Non solo per l’Italia, ma per tutti i paesi colpiti dal coronavirus. “La politica monetaria da sola non puo’ risolvere tutti i problemi – ha detto il premier – Dobbiamo fare lo stesso sul fronte di bilancio e, come ho detto, il tempismo è essenziale. La strada da seguire e’ aprire le linee di credito del MES a tutti gli stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia covid-19”. 

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Di certo, l’impiego del MES ha un limite ‘politico’: se uno Stato chiedesse il suo aiuto, arriverebbe vincolato a condizioni stringenti. Finora si e’ trattato di riforme strutturali e risanamento forzato dei conti, come per la Grecia. Si potrebbe pero’ lavorare per rendere piu’ accettabile il suo impiego. Ad esempio, la condizionalita’ potrebbe essere legata ad interventi per il sistema sanitario oppure per le emergenze legate alla crisi epidemica. E il ‘paracadute’ potrebbe aprirsi per piu’ stati o addirittura per tutti, cosi’ da evitare stigmatizzazioni di chi lo utilizza. Tuttavia, il dibattito sul MES per ora non e’ nemmeno iniziato ufficialmente. I dubbi sono molti, e altrettanti sono quelli sull’idea lanciata da Francia, Italia e Portogallo di creare i ‘corona bond’, che farebbero nascere gli eurobond a cui finora la Germania si e’ sempre opposta. La Merkel e’ infatti la piu’ fredda sull’idea, consapevole che mettere in comune i debiti non avrebbe l’ok del Bundestag. 

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