Cospito, Consulta smonta un pezzo delle accuse e no ad attenuanti

Cospito, Consulta smonta un pezzo delle accuse e no ad attenuanti
Alfredo Cospito
18 aprile 2023

Alfredo Cospito “non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni” ed “ha perso la capacità di deambulare e 50 chili di peso”. Nella giornata di domani l’anarchico sarà informato direttamente di quanto deciso dalla Corte Costituzionale, che è stata reso noto in serata. Ed anche se la sentenza sarà depositata nei prossimi giorni viene indicato che “il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso articolo 69”.

Viene così risolta la “questione incidentale di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’assise d’appello di Torino sull’articolo 69, quarto comma, codice penale”. Ed “in continuità con i suoi numerosi e conformi precedenti sulla disposizione censurata, la Corte ha ritenuto tale norma costituzionalmente illegittima nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’articolo 99, quarto comma, codice penale, nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”. La conseguenza – si sottolinea – è che “il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva”.

Viene così definito il ‘bilanciamento’ tra attenuanti e aggravanti nel procedimento legato all’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Dopo le molte decisioni avverse a Cospito rispetto alla revoca del 41 bis e sulle richieste di differimento della pena e dei domiciliari, è arrivata questa decisione della Consulta che apre la strada ad una pena meno severa. La palla, così, torna ai giudici di Torino.
Il dato certo è che nell’azione posta in essere da Cospito non ci furono vittime né feriti e valutata perciò la possibilità di riconoscere l’attenuante dei fatti di lieve entità, i magistrati di secondo grado si erano imbattuti nel comma 4 dell’articolo 69 del codice penale.

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Il difensore di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, ammette subito che “finalmente” arriva “una notizia incoraggiante per tutti e tutte coloro che quotidianamente sono chiamati ad applicare il diritto o a subirne l’applicazione”. Poi spiega come la Consulta con il provvedimento di stasera – continua – “restituisce finalmente dignità alle questioni giuridiche sottese alle vicende umane, non ultima quella di Alfredo Cospito”. E “rifuggendo dai tentativi di politicizzare le singole vicende giudiziarie il giudice delle leggi ha riconosciuto l’incostituzionalità dell’articolo 69 comma IV nella parte in cui non prevede la possibilità della prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata per i reati per i quali è prevista la pena fissa dell’ergastolo”.

Il penalista ha poi aggiunto: “Come avevamo sempre affermato fin dall’udienza del 5 dicembre scorso e ribadito quest’oggi la pena fissa dell’ergastolo è indiziata di incostituzionalità e il divieto di bilanciamento acuisce questo giudizio, impedendo al giudice della cognizione di individualizzare la pena per il fatto commesso dall’imputato”. La Corte, insomma, “ha condiviso il ragionamento della difesa. Un grande successo per il diritto e per la vicenda giudiziaria involgente Alfredo Cospito”.

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