Politica

Covid-19, altro decreto altro scontro nel governo: spostata all’11, l’apertura delle scuole

C’è stato scontro sulla riapertura delle scuole nel Consiglio dei ministri terminato in tarda serata di ieri. Il ministro della Cultura Dario Franceschini a nome del Pd ha chiesto di non aprire le scuole prima del 15 e ha posto un tema politico, secondo fonti di governo. Per le ministre Iv la richiesta di rinvio è il segno di un “caos inaccettabile”, che segnala il fallimento del processo di riapertura delle scuole. Quello che manca per l’ennesima volta, avrebbero detto le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti secondo le fonti, è “un’azione di governo del processo organizzativo e di concertazione con le regioni. Non si doveva arrivare a questo punto, quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio. A pagare di nuovo una generazione che ha già pagato un prezzo troppo alto in termini di educazione e formazione”. Sul tavolo dei ministri è finito anche il nodo dell’organizzazione dei trasporti.

E così il Cdm ha trovato un compromesso sulla riapertura delle scuole, che ha composto lo scontro tra Pd da un lato, che chiedeva un rinvio al 15 gennaio del ritorno in presenza, e Iv e M5s che insistevano per un rientro in aula il 7 gennaio. Il decreto salomonico, in pratica, prevede che le scuole secondarie di secondo grado, per il 50 per cento degli studenti, riapriranno a partire dal prossimo 11 gennaio. Per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, sarà vietato, su tutto il territorio nazionale, spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Sarà comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma. Il decreto ponte sulle misure contro la pandemia da coronavirus approvato prevede anche che nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, saranno applicate su tutto il territorio nazionale, le misure previste per la cosiddetta zona arancione.

Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Il testo conferma sino al 15 gennaio, nei territori inseriti nella cosiddetta zona rossa, la possibilità di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono. Resta ferma, per tutto il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, l`applicazione delle altre misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 e dalle successive ordinanze. Inoltre, il testo rivede i criteri per l`individuazione degli scenari di rischio sulla base dei quali saranno applicate le misure previste per le zone “arancioni” e “rosse”.

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