Crac Wind jet, 14 persone indagate. C’è anche Pulvirenti l’ex patron del Catania

Crac Wind jet, 14 persone indagate. C’è anche Pulvirenti l’ex patron del Catania
15 luglio 2015

Quattordici persone, tra cui Antonino Pulvirenti (l’ex patron del Catania calcio coinvolto nel recente scandalo delle partite truccate per ottenere la salvezza in serie B delle propria squadra ndr), sono indagate dalla Procura della Repubblica di Catania per bancarotta fraudolenta in relazione al dissesto della compagnia aerea low cost Wind jet, ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. Lo ha reso noto la stessa Procura etnea, aggiungendo di aver emesso avvisi di garanzia agli indagati, che sono stati invitati a presentarsi per rendere interrogatorio. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Catania. L’attività investigativa, condotta in stretta collaborazione con i consulenti tecnici nominati dall’autorità giudiziaria, ha consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet s.p.a. per oltre 160 milioni di euro “per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005”.

ACCERTAMENTI Da accertamenti bancari, acquisizioni documentali e rogatorie internazionali svolte in Lussemburgo, Francia e Regno Unito è emerso che la Wind Jet s.p.a. già dal 2005 aveva riportato ingenti perdite che non le consentivano più di operare sul mercato in mancanza di immissione di capitali, essendo insufficienti le ricapitalizzazioni effettuate. Secondo quanto accertato, tali perdite sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. (società di gestione di supermercati facente parte del medesimo gruppo imprenditoriale) per un importo pari a 10 milioni di euro.

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BILANCIO L’anomalia di bilancio è stata rilevata anche dal commissario giudiziale, avv. prof. Libertini, nominato dal Tribunale fallimentare nell’ambito della procedura di concordato preventivo. Secondo le indagini, negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sono proseguite e gli organi societari si sono avvalsi del contributo di società estere che hanno predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet s.p.a. rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro. Secondo quanto emerso, le fittizie rilevazioni dell’attivo nelle poste di bilancio sarebbero state eseguite d’intesa con i componenti dell’organo sindacale – che invece avrebbero dovuto svolgere funzioni di controllo – e d’accordo con i responsabili della società di revisione.

TRATTATIVA La Wind jet s.p.a avrebbe dunque intrapreso la trattativa svolta con Alitalia nella prima metà del 2012 mentre versava in una grave condizione di dissesto occultata dalle fittizie sopravvalutazioni dei dati di bilancio. Nel corso delle indagini sono emerse anche indebite appropriazioni di somme di Wind jet Spa da parte di Rantuccio Stefano e Rantuccio Stefano Biagio per importi pari a circa 270.000 euro mediante complessi trasferimenti di danaro dall’Italia al Lussemburgo e Regno Unito e successive retrocessioni verso l’Italia. Trattandosi di reato commesso in più di uno Stato è stata contestata l’aggravante della transnazionalità.

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CONFCONSUMATORI “Per le migliaia di passeggeri vittime del dissesto della compagnia si aprono una nuova speranza ed una nuova opportunità per avere risarcite le somme corrisposte per l’acquisto dei biglietti e dei carnet oltre che per i danni subiti in seguito a cancellazioni e ritardi”. Lo afferma la Confconsumatori, annunciando che “si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale e sin da ora depositerà nomina del difensore quale parte offesa”. Per l’associazione la notifica degli avvisi di garanzia “conferma tutte le perplessità che abbiamo avuto sin dall’inizio”. La Confconsumatori sottolinea inoltre che “in seguito all’approvazione del concordato preventivo i passeggeri si erano dovuto accontentare della ridicola, più che irrisoria, somma di pochi euro, peraltro diluiti i più anni e che sarà inoltre “a fianco dei tanti passeggeri, come fatto si dall’inizio di questa triste vicenda, assistendoli nella costituzione di parte civile al fine di chiedere un giusto risarcimento dei danni subiti”.

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