Cuochi e educatori cinofili non temono la crisi, in sei anni boom di occupati

Cuochi e educatori cinofili non temono la crisi, in sei anni boom di occupati
30 giugno 2016

Negli ultimi sei anni, a fronte di un calo dell’occupazione generale, in Italia è cresciuto l’esercito dei professionisti non appartenenti ad ordini o collegi. Tra il 2009 e il 2015 per cuochi, educatori cinofili, terapeuti e tributaristi l’occupazione è cresciuta infatti del 28%. A rilevarlo è la Cna in un’indagine dell’Osservatorio Professioni che cerca di far luce su questo universo in “costante e fortunato” incremento disciplinato dalla Legge 4/2013. La Cna specifica che non si tratta di “professionisti di serie B” rispetto a quelli inquadrati negli ordini. Posseggono, di regola, un solido curriculum di studi e formazione con pochi eguali: quasi il 54% è laureato, con punte che sfiorano l’88% nell’attività di arti-terapeuta e il 98% tra i chinesiologi. Inoltre quasi l’80% dei professionisti non ordinistici, insomma, ha conseguito diplomi, abilitazioni o altri titoli aggiuntivi e diversi da quello di studio previsti per svolgere la propria attività.

Significativa è anche la componente femminile delle professioni non ordinistiche: a esercitare sono per il 40,2% donne, contro il 59,8% di uomini. Quanto all’età, la media di questi professionisti ha 46 anni, con il 4% tra i 19 e i 25 anni, il 20,7% tra i 25 e i 35 anni, il 24,2% tra i 35 e i 45 anni. Più giovani mediamente i professionisti che offrono servizi per la salute, meno quanti propongono servizi alle imprese. Per questa categoria di lavoratori Cna Professioni chiede di definire “inequivocabilmente” le caratteristiche che escludono il professionista dal pagamento dell’Irap per assenza di autonoma organizzazione; introdurre correttivi nella normativa per favorire forme di aggregazione e di organizzazione tra professionisti per agevolarne l’accesso ai bandi di gara e aiutarli nella crescita delle attività; prevedere, in caso di malattia o di infortunio tali da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per un periodo superiore ai due mesi, la sospensione del versamento dei tributi e delle imposte oltre che dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

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