Politica

Elezioni in Sicilia, resta nodo alleanze anche a Politiche. Malumori nel Pd

E’ sempre più incerta la collocazione di Alleanza popolare nello scenario politico delle Regionali in Sicilia. Da un lato, Silvio Berlusconi continua a bocciare ogni ipotesi di alleanze nazionali con  l’Ap di Alfano. Il Cavaliere parla di eventuale accordo in Sicilia “su considerazioni locali: gia’ in altre importanti regioni, la Lombardia e la Liguria, governiamo insieme senza che questo preluda ad alleanze nazionali, impossibili con chi fino ad oggi ha sostenuto la sinistra”. Dall’altro, il Pd continua a tirare la giacca al ministro degli Esteri con una proposta che potrebbe essere considerata speculare a quella gia’ arrivata dal centrodestra: apparentamento con Ap alle Politiche per permettere ai centristi di superare al Senato l’asticella della soglia di sbarramento al 3 e non all’8%. Un apparentamento sull’isola ma che potrebbe comprendere anche le altre regioni. Per una ripresa dei rapporti, auspicano i centristi che puntano ad un’intesa con il centrosinistra per il dopo-Crocetta, anche a livello nazionale. FI, invece, nei giorni scorsi ha messo sul tavolo un apparentamento solo dove governa insieme con Ap, ovvero in Liguria e in Lombardia. Dopo il grande gelo Renzi-Alfano il tentativo in atto al Nazareno e’ quello di abbassare la tensione. Ed e’ portato avanti, su mandato del segretario, da Martina e soprattutto da Delrio (foto), da giorni in contatto con il ministro degli Esteri. Ieri un secondo incontro, dopo quello di venerdi’ scorso. Non risolutivo ma considerato comunque un passo avanti. Un inizio di ragionamento per riallacciare i rapporti tra i due partiti. Un altro cambio di rotta potrebbe essere il profilo del candidato.

Ma tra i dem, si alimentano i malumori per un’eventuale alleanza con gli alfaniani. “Un conto sono le alleanze di governo o le grandi coalizioni, un conto le elezioni politiche, dove ognuno ha la sua appartenenza politica che non cambia alla bisogna. La destra va con la destra e la sinistra fa i patti con la sinistra. Mai cedere ad alleanze geneticamente modificate, il nostro popolo non le capirebbe – afferma Stefano Pedica del Pd – Il Pd piu’ che ad Alfano deve guardare a sinistra. Il nostro partito deve diventare il motore del nuovo centrosinistra, questa e’ la nostra vera natura. Il compito del Pd e’ di aggregare associazioni, comitati e tutte quelle forze civiche che guardano a sinistra. Questo e’ nel programma del segretario nazionale che abbiamo votato convintamente. Renzi vuole e deve aggregare questo mondo e credo che non pensi minimamente, come riportano i quotidiani oggi, ad avvicinare partiti nati da scissioni di destra, perche’ nel Dna sempre di destra rimangono. Anche solo pensare a un’operazione del genere, sarebbe un disastro elettorale”, conclude. Renzi e’ alla ricerca di una figura vincente e autorevole che tenga dentro tutti, da Alfano alla sinistra. Ma se in un primo momento aveva puntato su un tecnico ora, riferiscono fonti parlamentari Pd, non esclude che sia un politico. Anche perche’ l’esperienza dei tecnici viene considerata dai dem negativa. Si cerca il punto di intermediazione e la scelta e’ ancora in alto mare.

Ma il segretario dem che ha parlato di un test “non nazionale” e premesso che non ci sara’ alcuna imposizione da Roma, ha preso seriamente in mano il ‘dossier’, consapevole che la minoranza gli addebiterebbe in ogni caso la responsabilita’ di un’eventuale sconfitta. Chances di successo che potrebbe aumentare nel caso in cui il centrodestra si presentasse diviso. Musumeci viene considerato l’avversario numero uno sull’isola: qualora perseguisse nell’intenzione di non dare ‘legittimita’ politica’ ad Alfano, potrebbe essere, in caso di vittoria del centrosinistra, proprio lui eventualmente a ricoprire il ruolo di presidente dell’Ars. Scenari futuri perche’ in ogni caso la partita, sia sugli schemi da mettere in campo che sulle candidature, e’ ancora tutta da giocare. Ma Alfano ha respinto l”offerta’ di Musumeci: Ap faccia una lista a supporto, si comporti come in Liguria e in Lombardia, non faccia neanche campagna elettorale sull’isola. Condizioni ritenute sbagliate anche da Micciche’ che ieri mattina ha incontrato alla Farnesina il ministro. Alfano e’ ancora spinto ad un accordo con FI, da molti membri del suo partito (Castiglione, soprattutto) e da altri esponenti come Cesa e Romano. “Se Forza Italia vuole vincere andra’ su Musumeci”, taglia corto La Russa. Tuttavia la manovra centrista Fi-Ap – qualora andasse in porto – potrebbe avere anche conseguenze a livello nazionale con la Lega e Fdi pronte a ripetere lo scontro con gli azzurri, gia’ avvenuto alle amministrative di Roma.

 

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