Energia, la Von der Leyen si sveglia: “Le bollette insostenibili frenano l’Europa”

La presidente della Commissione scrive ai leader Ue denunciando il divario con Stati Uniti e Cina. Italia e Irlanda tra i paesi più colpiti da tasse eccessive sull’elettricità.

Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen

L’Europa paga il conto più salato al mondo per l’energia. Le famiglie e le imprese del Vecchio Continente, in particolare quelle italiane e irlandesi, continuano a fronteggiare bollette insostenibili rispetto ai competitor americani e cinesi, minando la competitività dell’intera Unione. Un paradosso aggravato da tasse e accise che colpiscono l’elettricità in modo sproporzionato rispetto al gas, contraddicendo la strategia di elettrificazione necessaria per la decarbonizzazione.

E così l’Europa si sveglia e lancia l’allarme per mezzo di una lettera a firma di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea ha inviato una missiva ai leader dei Ventisette in vista del Consiglio europeo di giovedì 23 ottobre a Bruxelles, dedicando un intero paragrafo al tema “Energia a prezzi più accessibili per l’industria e le famiglie”. Un tema che si preannuncia centrale nel dibattito sulla competitività economica dell’Unione. I numeri fotografano una situazione preoccupante. “I prezzi dell’energia in Europa sono significativamente più alti che negli Stati Uniti e in Cina”, scrive von der Leyen.

Nonostante il gas costi oggi dieci volte meno rispetto al picco della crisi energetica scoppiata dopo l’aggressione russa all’Ucraina, i valori restano ancora doppi rispetto al periodo pre-crisi. Una voragine economica che costa all’Unione europea circa 400 miliardi di euro all’anno per l’importazione di petrolio e gas. Bruxelles ha già messo in campo alcune contromisure. L’Europa è passata da attore regionale, con il 45% delle importazioni dalla Russia, a importatore globale di gas naturale liquefatto. Una trasformazione radicale che però non basta. Von der Leyen si affida alle previsioni per il biennio 2027-28, quando l’entrata in funzione di nuova capacità di esportazione di Gnl dovrebbe esercitare una pressione al ribasso sui prezzi.

Il peso insostenibile di tasse e accise

Ma il problema non si esaurisce con il costo della materia prima. Le bollette energetiche restano gravate da costi accessori eccessivi: tasse, prelievi e oneri sono aumentati nell’ultimo anno sia per l’industria che per le famiglie. L’elettricità paga il prezzo più alto, letteralmente. Le tasse per l’industria sono 15 volte superiori rispetto a quelle sul gas, mentre per le famiglie il rapporto è di cinque a uno. Una distorsione che contrasta con la necessità di elettrificare massicciamente il sistema produttivo ed energetico europeo.

“L’elettrificazione dovrebbe essere al centro dei nostri obiettivi sulla competitività, la sicurezza energetica e il clima”, sottolinea la presidente della Commissione. Eppure la struttura fiscale europea penalizza proprio il vettore energetico su cui si dovrebbe puntare per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili e centrare gli obiettivi climatici.

La geografia dei prezzi disegna un’Europa a più velocità. Svezia, Finlandia, Francia e Spagna beneficiano di tariffe più contenute. All’opposto, Italia, Irlanda e i paesi del Sudest europeo registrano costi notevolmente più elevati. Una disparità che rischia di compromettere la parità di condizioni interna al mercato unico e di accentuare i divari competitivi tra Stati membri.

Bruxelles accelera, ma servono azioni nazionali

Von der Leyen annuncia che la Commissione presenterà proposte concrete “il più presto possibile” per ridurre i prezzi dell’energia nell’Unione, salvaguardando l’equilibrio tra i paesi. Nel frattempo, prosegue l’iniziativa delle “Autostrade dell’Energia”, lanciata nel discorso sullo Stato dell’Unione di settembre a Strasburgo. L’obiettivo è eliminare otto colli di bottiglia critici nell’infrastruttura energetica europea. I primi progetti pilota partiranno già entro quest’anno, mentre è in arrivo un nuovo “Pacchetto Reti” per rafforzare le infrastrutture nazionali e transfrontaliere e velocizzare le procedure di autorizzazione.

Ma l’azione di Bruxelles non può bastare da sola. La presidente della Commissione rivolge un appello diretto ai capi di Stato e di governo: “Molto può essere fatto a livello di Stati membri”. Von der Leyen invita i leader europei a sfruttare il quadro rafforzato degli aiuti di Stato per ridurre tasse e accise sulle bollette elettriche, semplificare le procedure autorizzative e collaborare con le banche promozionali nazionali come Cassa Depositi e Prestiti e con la Banca europea per gli investimenti.

Fondamentale anche ridurre i rischi legati ai Power Purchase Agreement, i contratti di fornitura elettrica a lungo termine particolarmente rilevanti per le industrie ad alta intensità energetica. “La Commissione è pronta ad assistervi in questo lavoro, anche attraverso la nostra Task Force sull’energia, e a contribuire a preservare condizioni di parità”, conclude von der Leyen. Un messaggio chiaro: la partita dell’energia si gioca su due tavoli, europeo e nazionale, e solo una strategia coordinata può invertire la rotta.