Ex Ilva, scontro a Palazzo Chigi: sindacati lasciano il tavolo dopo l’annuncio di 1.200 in cassa integrazione

Si è interrotto su una forte contrapposizione, dopo quasi quattro ore di discussione, l’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra il Governo e i sindacati sul futuro dell’ex Ilva.

La proposta dell’esecutivo di collocare in cassa integrazione ulteriori 1.200 dipendenti, che porterebbe il numero totale a 6.000 da gennaio, è stata definita “inaccettabile” e “un piano di chiusura” dai leader di Fiom, Fim e Uilm, che hanno annunciato la sospensione del confronto e la mobilitazione. L’esecutivo, in una nota, ha espresso “rammarico” per la decisione.

Un quarto soggetto per l’acquisto degli impianti

Mentre il tavolo entrava nel vivo, fonti presenti hanno fatto emergere una novità significativa: si sarebbe fatto avanti un quarto soggetto interessato all’acquisizione degli impianti siderurgici, con il quale il Governo avvierebbe una trattativa riservata.

Questo potenziale nuovo operatore si aggiunge ai tre già noti, in un quadro che rimane estremamente fluido e che le parti si riservano di approfondire ulteriormente. Proprio per consentire questi approfondimenti tecnici con i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria (Ilva in AS), è stato fissato un nuovo incontro a Palazzo Chigi per domani mattina alle 9, al quale le organizzazioni sindacali non parteciperanno, essendo state riconvocate in una data successiva.

I sindacati: “Utilizzano i lavoratori per fare cassa”

Le reazioni dei segretari generali al termine dell’incontro sono state durissime. “Il Governo ci ha presentato di fatto un piano di chiusura”, ha dichiarato Michele De Palma della Fiom. “Ci sono migliaia di lavoratori che finiscono in cassa integrazione e non c’è un sostegno al rilancio e alla decarbonizzazione. Contrasteremo la scelta del Governo in tutti i modi possibili”.

Ferdinando Uliano della Fim ha sottolineato la “sorpresa” per la nuova cassa integrazione: “Questa cosa per noi è inaccettabile, deve essere ritirata”. Ancora più netto Rocco Palombella della Uilm: “Abbiamo deciso, consapevolmente e con grande responsabilità, di interrompere il confronto. Le proposte presentate sono inaccettabili. Utilizzano i lavoratori per fare cassa”.

Il nodo occupazionale: 6.000 lavoratori in Gig da gennaio

Sul fronte occupazionale, i numeri delineano un’accelerazione della crisi. Dagli attuali 4.450, i lavoratori in cassa integrazione saliranno a 5.700 dal 15 novembre fino alla fine dell’anno. La chiusura programmata delle cockerie, tuttavia, comporterà un ulteriore e significativo incremento a partire da gennaio, portando il totale a circa 6.000 unità. È proprio su questo punto, la gestione operativa dell’azienda in questa fase di transizione, che si è concentrato lo scontro, con il Governo che, tramite la nota di Palazzo Chigi, ha comunque “confermato la disponibilità a proseguire l’approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi”.