L’ultimo voto da cancelliera, finisce l’era Merkel

27 settembre 2021

Angela Merkel, per l’ultima volta ha votato da Bundeskanzlerin, esprimendo due preferenze per la Cdu che stavolta non premieranno lei. La fine dell’era Merkel non significa ancora però che sia terminato il suo impegno politico. E la sua leadership potrebbe durare ancora qualche mese, dal momento che il testa a testa fra Unione e Spd uscito fuori dalle urne non fa immaginare che sarà semplicissimo formare il prossimo esecutivo. Il nuovo Bundestag si insedierà il 26 ottobre ma non è affatto chiaro quanto ci vorrà per vedere all’opera il nuovo cancelliere. Merkel probabilmente rappresenterà i tedeschi anche ai prossimi vertici internazionali, come il consiglio europeo, il G20 straordinario sull’Afghanistan e il summit a Roma di metà ottobre. Sarà insomma un lungo addio.

Sedici anni al potere e una popolarità incontrastata, Angela Merkel, la donna più potente al mondo per la rivista Forbes (dal 2006 al 2019 ininterrottamente) si appresta a lasciare la cancelleria, un addio che lascia un grande vuoto in Germania e in Europa. La prima cancelliera donna nella storia della Repubblica federale tedesca, la prima cancelliera “venuta dall’Est”, all’anagrafe Angela Dorothea Kasner, nata ad Amburgo nel 1954, ma cresciuta nell’ex Ddr, ha ereditato il cognome Merkel dal primo marito, come lei studente di fisica. In questa foto di gruppo la vediamo – seduta in prima fila, quinta da sinistra – alle Olimpiadi di matematica nel quartiere Neubrandeburg, a nord-est di Teterow, nel Land del Meclemburgo Pomerania Anteriore.

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La sua città è Templin, dove ha vissuto dall’età di 3 anni fino al baccalaureato. Nelle immagini la “Haus Fichtengrund”, la sua casa d’infanzia. Nella città, situata nel Land del Brandeburgo, ha fatto visita pochi giorni fa, il 10 settembre. “Qui è una di noi. Quando viene qui, è completamente naturale, come tutti noi. Sì, è discreta”, dicono i residenti. Nel 2000, una giovanissima Merkel presidente dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) stringe la mano all’allora presidente del Consiglio europeo Romano Prodi.

Non è stato facile per lei scalare il partito del suo mentore, poi rinnegato, il cancelliere della riunificazione, Helmut Kohl: “Tutti questi uomini della Cdu dell’ovest tedesco – spiega il giornalista e autore di una biografia sulla cancelliera eletta nel 2005, Ralph Bollman – che erano già negli anni giovani della giovane Unione, che avevano tutti fatto la carriera di partito, non potevano veramente immaginare che questa donna dell’est andasse ad occupare una posizione di primo piano, capo del partito, cancelliera, perfino. Ovviamente lei ha sempre ampiamente approfittato del fatto che venisse sottostimata”.

Eccola mentre presta giuramento il 22 novembre 2005, lei che ha guidato tre governi di Grosse Koalition su 4, solo il Merkel II – 2009-2013 – vide infatti una coalizione nero-gialla, formata da Cdu-Csu e liberali della Fdp. La pandemia, la gestione della crisi greca, l’annuncio dell’uscita dall’energia nucleare della Germania dopo il disastro di Fukushima, fino allo storico “Wir schaffen das”, “Ci riusciremo”, quando aprì le porte ai migranti in Germania nel settembre 2015, Merkel resterà per questo e molto altro nella storia: “La Signora Merkel è ai miei occhi un’eroina che mi ha salvato la vita. Mi ha dato l’opportunità di entrare nel paese, di integrarmi, di stare bene. Mi ha offerto la sicurezza. Per me è la donna più potente al mondo”, afferma ad Afp Anas Modamani, rifugiato siriano e studente di comunicazione a Berlino.

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