Giorno Ricordo Foibe a Montecitorio, esuli e Istituzioni in aula. Mattarella e Grasso grandi assenti. E’ polemica

Giorno Ricordo Foibe a Montecitorio, esuli e Istituzioni in aula. Mattarella e Grasso grandi assenti. E’ polemica
10 febbraio 2017

Il Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo Giuliano-Dalmata è stato celebrato oggi nell’aula di Montecitorio, riempita per l’occasione da studenti, insegnanti e rappresentanti delle associazioni degli esuli e dei familiari delle vittime delle Foibe. Una giornata in cui non sono mancati gli interventi delle più alte cariche dello Stato. Nell’aula della Camera ha preso la parola la presidente Laura Boldrini. “Tenere vivo il ricordo e la memoria – ha detto – di quegli eventi è un grande contributo alla pace. Ed è un contributo ai valori di libertà e di democrazia perchè è proprio dei regimi totalitari il disprezzo per la vita umana e per i diritti delle persone”. Al termine del suo intervento è stato letto il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impeganto a Madrid nel vertice trilaterale Italia-Spagna-Portogallo. “L’Europa della pace, della democrazia, della libertà, del rispetto delle identità culturali – è stato il richiamo del capo dello Stato- è stata la grande risposta agli orrori del Novecento, dei quali le foibe sono state una drammatica espressione. Un impegno che – a 70 anni dal Trattato di Pace che mise fine alla tragica guerra scatenata dal nazifascismo – non può venire mai meno per abbattere per sempre il fanatismo, padre della barbarie e della crudeltà che si nutrono dell’odio”.

LE SCUOLE Negli stessi minuti il presidente del Senato Pietro Grasso, presente a Montecitorio, ha diffuso il suo messaggio via Facebook. “La tragedia delle foibe, il dramma degli esuli: pagine – ha sottolineato la seconda carica dello Stato- tristissime del nostro passato che sono ancora dolorose, ferite che non possono rimarginarsi completamente. Bisogna approfondire per comprendere le dimensioni dell’orrore che toccò i nostri connazionali; bisogna soprattutto ricordare per dare dignità a chi fu vittima di quelle violenze”. Lo scrive il presidente del Senato Pietro GrassO. In aula a Montecitorio, dopo Boldrini, ha preso la parola il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Al termine della manifestazione, la presidente Boldrini e il Sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca, Gabriele Toccafondi, hanno consegnato alle scuole vincitrici la targa del concorso promosso dal Miur e dalle Associazioni degli Esuli “10 febbraio – Nasce la Repubblica italiana senza un confine”. Il concorso è rivolto alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado con la finalità di promuovere l’educazione europea e la cittadinanza attiva, di sollecitare l’approfondimento della storia italiana attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale. La cerimonia è terminata con l’esecuzione dell’Inno alla gioia, l’inno europeo.

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LA POLEMICA “Qui a Basovizza non ci sono il presidente della Repubblica o quello del Senato, il presidente della Camera o il presidente del Consiglio e cio’ mi fa pensare ci siano morti di serie A e morti di serie B, mi fa pensare che ci siano italiani di serie A e italiani di serie B”. Lo ha detto a Trieste, a margine della cerimonia solenne alla Foiba di Basovizza, il leader della Lega Nord Matteo Salvini. “Era mio dovere esserci qui perche’ noi non dimentichiamo e spero che le scuole e le universita’ educhino e spieghino e ricordino ai ragazzi che anche qua sono morti degli italiani innocenti”. “Si’ – ha aggiunto – queste sono cerimonie che hanno sempre di piu’ motivo di esserci, ogni anno di piu’, e ci tornero’, perche’ e’ giusto ricordare tutti i morti, anche se c’e’ l’impressione, come ho detto, che alcuni siano piu’ importanti di altri, che qualcuno sia stato piu’ italiano di altri e questo mi fa arrabbiare”. Differenza tra esuli e migranti? “Certamente. Gli esuli erano fratelli che scappavano da casa loro e cercavano di tornare a casa loro, quelli che arrivano oggi sono altro”.

MELONI “Oggi in occasione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, sono alla cerimonia ufficiale alla foiba di Basovizza. Dispiace l’assenza del Presidente della Repubblica Mattarella. Perche’ il ricordo di quei figli d’Italia massacrati e’ doveroso, e perche’ ci ricorda che la nostra liberta’ non e’ scontata. Oggi come ieri bisogna scegliere da che parte stare, se a difesa degli italiani o a subire i diktat stranieri. Noi non abbiamo dubbi da che parte stare”. Lo ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che questa mattina ha partecipato alla cerimonia organizzata alla Foiba di Basovizza in occasione del Giorno del Ricordo.

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BERLUSCONI “Quando nel 2004 il nostro governo sostenne in Parlamento l’approvazione della legge che istituiva il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe, sentivamo forte il dovere di mantenere viva l’attenzione su una dolorosa e tragica vicenda che non e’ di pochi, ma che riguarda l’intero popolo italiano: non soltanto le vite umane perdute, ma ‘l’Esodo istriano’, l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. E’ quanto si legge in un messaggio del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. “Quando in una famiglia qualcuno soffre, l’intera comunita’ familiare ne e’ colpita. Lo stesso vale per le violenze e le sofferenze patite dai nostri esuli. In quella stagione il comunismo e il nazionalismo piu’ cieco e ottuso unirono i loro effetti criminali ai danni di innocenti che non avevano altra colpa se non di essere italiani”, conclude Berlusconi.

SERRACCHIANI “Io vengo qui da tanti anni, non e’ questo il mio primo anno, a differenza di qualcuno. Quindi ho gia’ scelto da che parte stare, so gia’ qual e’ la verita’”. Lo ha detto ai giornalisti la presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria Pd, Debora Serracchiani, alla foiba di Basovizza (Trieste), a margine della cerimonia del Giorno del Ricordo. “Le parole forti che sono state dette oggi sono parole importanti. Noi qui oggi ricordiamo i morti – ha aggiunto – e credo che il modo migliore sia il silenzio e la preghiera”.

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