Buchi intelligence e sondaggi: May sulle spine, Corbyn gongola

Buchi intelligence e sondaggi: May sulle spine, Corbyn gongola
7 giugno 2017

L’identificazione del terzo attentatore entrato in azione a Londra sabato sera porta ulteriore tensione nel governo britannico a meno di un giorno dalle elezioni politiche. E la premier Theresa May, già rincorsa da preoccupanti sondaggi e dalle accuse di aver tagliato i fondi destinati alle forze dell’ordine, si è ritrovata a dover promettere una “revisione” delle indagini sull’ultimo attentato nella capitale. “Per vedere se ci sono lezioni da imparare”, ha detto durante una visita a Bangor, Nord Galles. Chiaramente sulle spine, May ha evitato di rispondere a chi le chiedeva se il ministro degli Esteri Boris Johnson avesse fatto bene a dichiarare, in mattinata, che polizia e servizi dovranno rendere conto del perché uno degli attentatori, Khuram Butt, fosse noto alla polizia, eppure non sotto controllo. “Cosa è successo, come è possibile che fosse in un programma di Channel 4 e commetta atrocità come questa? E’ una domanda a cui devono rispondere MI5 e polizia, mentre l’indagine prosegue”, ha detto il capo della diplomazia britannica, facendo tra l’altro infuriare la ministra dell’Interno, Amber Rudd, che è responsabile della supervisione dei servizi di sicurezza e ha sibilato: “Non spetta davvero a me, e neppure al Foreign Secretary, dire come sono andate le cose o cosa sia accaduto”.

E questo, prima che emergesse dall’Italia il nome del terzo attentatore, Youssef Zaghba. E prima che la polizia britannica ne confermasse l’identità, precisando che l’italo-marocchino di 22 anni non era attenzionato dai servizi londinesi. Una sottolineatura difficile da abbinare al fatto che l’Italia aveva segnalato – secondo l’esclusiva del Corriere della Sera, poi confermata da altre fonti – di averlo fermato mentre intendeva volare in Siria e che nel suo telefonino era stato trovato materiale sospetto. Insomma, ore difficili per Theresa May, che secondo l’ultima YouGov deve prepararsi a ottenere, con il voto di giovedì, qualcosa come 304 seggi, ovvero 22 in meno della maggioranza di 326 seggi e 26 in meno dei 330 in mano ai Tories ad aprile, quando la premier ha indetto le elezioni anticipate. In realtà questo nuovo rilevamento dichiara un intervallo di confidenza piuttosto alto, da 265 a 342 seggi. Ma i sondaggi inquietanti per la leader dei conservatori si moltiplicano. Per l’ultimo realizzato da Survation, il vantaggio del partito della premier sui laburisti all’opposizione è diminuito a un punto percentuale, 41% a 40%: se davvero questo dato uscirà dalle urne giovedì, la maggioranza Tory in parlamento sarà a serio rischio. Da parte sua, il leader laburista Jeremy Corbyn – notoriamente riluttante alla prospettiva di prendere in mano la guida del Paese – ha detto che, in caso di elezione, chiamerà subito la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron per instaurare un “rapporto costruttivo”. Pur con tutte le incognite del caso, è difficile immaginare che il Labour si ritrovi venerdì con la maggioranza a Westminster. Ma è del tutto probabile che l’esito del voto possa mettere in questione la leadership di Theresa May, che meno di due mesi fa era convinta che le urne avrebbero blindato la sua posizione in vista di non facili negoziati Brexit.

Leggi anche:
Giovani Alfieri della Repubblica, 29 storie di solidarietà e altruismo
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti