I 90 anni di Clint Eastwood, dal western a leggenda di Hollywood

31 maggio 2020

A volte capita che a fare la storia siano i numeri due, oppure i numeri tre. Quante volte capita, infatti di trovarsi al posto giusto, nel momento giusto, salire sul treno giusto che ti cambia la vita. Per Clint Eastwood, che oggi compie 90 anni, la storia è stata un po’ diversa, era la 12esima opzione di Sergio Leone che disse di lui avere solo due espressioni: “col sigaro e senza sigaro”. Una sofferenza per lui che detestava il fumo. Nella Trilogia del dollaro che tanta parte ha fatto nella storia dello spaghetti western la prima scelta del regista romano si chiamava Henry Fonda. Inarrivabile. Stesso dicasi per Charles Bronson e James Coburn. Anche Pilippe Leroy e Richard Harrison dissero di no. Troppo pochi 15mila dollari per regitare con Leone.

Eastwood costava poco, un’infanzia girando per gli Stati Uniti e da ragazzo scelse di fermarsi California, mentre i genitori andarono a vivere in Texas. Vivacchiava di telefilm western alla Cbs e non faceva film dal 1958 e per un pugno di dollari è datato 1964. La leggenda vuole che fosse la moglie a spingerlo e sopo dopo aver visto il film ed ascoltato la colonna sonora di Morricone avesse capito il capolavoro al quale aveva preso parte. Sergio Leone, che continuerà a usarlo in Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Con ben altri cachet – rispettivamente 50mila e 250mila dollari. Dopo la Trilogia del dollaro Clint continua a cimentarsi con il western (Impiccalo più in alto, 1968), ma in patria è la saga poliziesca di Callaghan prima – cinque film, a partire da Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo! (1971) – e l`escape movie Fuga da Alcatraz (1979) ne rappresentano la definitiva consacrazione.

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Il testimone passò John Wayne, nella seconda è chiaro che il testimone deve passare a Clint. Negli ottanta El Gringo passa dietro la macchina da presa. Arrivano Honky Tonk Man (1982), amara parabola country, e Bird (1988), biopic dell`immenso Charlie Parker, Jersey Boys (2014) sulla vita tormentata del cantante Frankie Valli. Sa re-inventare il western (Gli spietati, 1992), usare lo sport come metafora esistenziale (Million Dollar Baby, 2004), tornare ancora una volta al genere con grande originalità (The Mule, 2018). Cinque Oscar vinti, con “Gli spietati” (due), “Mystic River”, “Million Dollar Baby” e alla carriera, sei Golden Globe, quattro David di Donatello.

Un patrimonio personale di 375 milioni di dollari. Nella sua carriera ha recitato in oltre sessanta film e ne ha diretti circa quaranta. Ma anche la fede repubblicana, l`interventismo militare, le battaglie per il libero utilizzo delle armi e gli endorsement per Trump. Per quanto riguarda la vita privata è stata punteggiata di storie sentimentali da cui ha avuto ben 8 figli. Alcune sue ex compagne (come Sondra Locke) ne hanno fatto un ritratto impietoso ma per i cinefili di tutto il mondo rimane sempre l’Uomo senza Nome.

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