Il Fmi celebra l’Italia: dalla stabilità finanziaria al trionfo dell’Unesco. “Ti amo Italia”

Il riconoscimento della Cucina italiana come “valore economico” e spinta all’export

Kristalina Gerogieva

Kristalina Gerogieva

La direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Gerogieva, ha acceso i riflettori sulla performance inattesa dell’Italia, definendola “un’ancora di stabilità in Europa”. Intervenuta al Tg1, l’economista bulgara ha certificato i progressi di Roma, in particolare nella riduzione del deficit, sottolineando come il cambio di percezione sui mercati stia già portando benefici tangibili, come il calo degli interessi sul debito. Un endorsement che, pur riconoscendo i meriti raggiunti, spinge l’Italia a non adagiarsi e a focalizzare gli sforzi su crescita e investimenti strategici.

I frutti della disciplina fiscale

Il giudizio del Fmi sull’Italia è netto: “resiliente”. Una parola chiave che, secondo la Gerogieva, sintetizza la capacità dell’economia nazionale di “continuare ad ottenere buoni risultati in un’epoca di grandi cambiamenti”. Non si tratta di mera sopravvivenza, ma di una solidità costruita su fondamenta che il Fondo ha monitorato con attenzione negli ultimi due anni. La direttrice ha messo in evidenza un dato cruciale: i risultati raggiunti vanno “oltre le previsioni”, con un impatto diretto e positivo sulla finanza pubblica.

Il miglioramento percepito dai mercati non è casuale: è la diretta conseguenza di una riduzione del deficit che ha convinto gli operatori internazionali. La conseguenza più immediata e vantaggiosa è la riduzione del costo del debito, un fattore che alleggerisce le casse dello Stato e libera risorse potenzialmente impiegabili altrove.

Tuttavia, il complimento si accompagna a un monito tipico di chi osserva i bilanci globali: non si può rallentare. Il passo successivo per l’Italia è obbligato e deve puntare all’accelerazione della crescita. Gerogieva ha indicato la rotta: “deve investire sulla formazione, sul lavoro”, un imperativo strategico per allargare le possibilità future, in particolare per le nuove generazioni.

Brava Italia, ma pedalare

La formula, pronunciata in un italiano diretto, non lascia spazio a interpretazioni: “Brava Italia, ma pedalare!”. Un’esortazione che, pur riconoscendo la stabilità conquistata, invita a un rinnovato sforzo riformatore e d’investimento. La resilienza, dunque, è un punto di partenza eccellente, ma non il traguardo.

L’economista ha chiarito che il vero salto di qualità passa dalla capacità di creare un contesto lavorativo e formativo più fertile e dinamico, cruciale per sostenere un tasso di crescita più ambizioso e duraturo. La formazione e il lavoro, in quest’ottica, non sono semplici voci di spesa, ma veri e propri pilastri per la competitività futura del Paese nel contesto europeo e globale. Il Fmi è convinto che il potenziale ci sia, ma va sbloccato attraverso scelte politiche coraggiose e mirate.

Cucina italiana: il valore di cultura, identità ed export

L’analisi della direttrice Gerogieva non si è limitata ai freddi numeri della finanza, ma ha toccato anche un tema centrale per l’identità italiana e per la sua economia: il recente riconoscimento Unesco alla Cucina italiana. Questo plauso internazionale, secondo la Gerogieva, trascende il mero aspetto gastronomico. Il cibo italiano è “cultura, è identità ed è anche un grande valore economico per il vostro Paese”. L’impatto economico è duplice e significativo. Da un lato, alimenta in modo decisivo il settore turistico, attirando flussi internazionali mossi anche dalla rinomanza della tradizione culinaria.

Dall’altro, sostiene le esportazioni, confermando la posizione di leadership italiana nel comparto agroalimentare di alta qualità. Il riconoscimento Unesco, in questa lettura, si traduce in un asset di soft power e in un vero e proprio motore di crescita economica. La stessa Gerogieva ha concluso l’intervista con una nota personale, ribadendo la sua predilezione per i sapori italiani, non solo come consumatrice ma anche con un apprezzamento per l’arte del cucinare all’italiana. Un sigillo finale, espresso nuovamente in italiano, che ha sintetizzato l’affetto e l’ammirazione per la Nazione: “Ti amo Italia!”.