Il Papa a Cuba: “Credo che oggi il mondo sia assetato di pace”

Il Papa a Cuba: “Credo che oggi il mondo sia assetato di pace”
20 settembre 2015

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“Credo che oggi il mondo sia assetato di pace”. Più di 100 mila persone hanno salutato Papa Francesco lungo i 18 km che separano l’aeroporto Josè Marti dal centro dell’Avana. La folla saluta sventolando fazzoletti. Il Papa, in piedi, risponde con gesti della mano destra, tenendosi con l’altra al sedile. Il vento gli aveva tolto nuovamente la papalina bianca. Mano mano che la vettura si avvicinava al centro, aumentava considerevolmente la gente che se prima rappresentava una fila ininterrotta alla fine era una folla immensa. Francesco sorrideva evidentemente impressionato dal numero dei cubani che era in strada per salutarlo.

IL VIAGGIO E’ il secondo giorno di visita in America del Pontefice. Il Papa celebrerà alle 9.00 locali (le 15.00 in Italia) la messa nella Plaza de la Revolucion dell’Avana, nota per il celebre ritratto murale di Che Guevara, dove celebrarono anche papa Wojtyla nel 1998 e papa Ratzinger nel 2012. Al termine, l’Angelus domenicale. Nel pomeriggio, alle 16.00 (le 23.00 in Italia), si svolgerà la visita al presidente Raul Castro nel Palazzo presidenziale. Poi la celebrazione dei Vespri con il clero locale nella cattedrale dell’Avana, alle 17.15 (il Italia sarà già lunedì) e il saluto ai giovani nel Centro culturale padre Felix Varela alle 18.30. Sempre oggi, anche se non è confermato ufficialmente, dovrebbe aver luogo un incontro di papa Francesco con l’anziano leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro.

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FRANCESCO: “Il mondo è assetato di pace” Il Papa ricorda in pochi e densi tratti “le guerre, i migranti, l’ondata migratoria di persone che fuggono dalle guerre, che fuggono dalla morte”. Ai giornalisti, che poi ha salutato uno per uno, ha augurato di lavorare per “costruire ponti”. E proprio quella di costruire sempre nuovi ponti è la missione di fondo di questo viaggio a Cuba e negli Stati Uniti, Paesi nel pieno di una normalizzazione dei rapporti, favorita anche dalla mediazione della Santa Sede, dopo oltre cinquant’anni di reciproco “muro”. “Vorrei chiederle, signor presidente, di trasmettere i miei sentimenti di speciale considerazione e rispetto a suo fratello Fidel”, ha affermato nella cerimonia di benvenuto.

AUSPICI DEL PAPA Uno degli auspici da lui formulati: “La Chiesa continui ad accompagnare e incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni con libertà e con i mezzi e gli spazi necessari”. Il Papa spera che si realizzi un superamento delle chiusure di ogni tipo che penalizzano i cubani. Quelle ideologiche e di apparato che hanno a lungo caratterizzato il regime comunista e quelle economiche (ed ugualmente ideologiche) imposte dall’esterno con l’embargo. “Abbiamo apprezzato il suo sostegno al dialogo tra gli Stati Uniti e Cuba”, gli ha detto Raul Castro sottolinenando che “il ripristino delle relazioni diplomatiche è stato un primo passo nel processo verso la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi che richiederanno la risoluzione dei problemi e riparazione delle ingiustizie”. “L’ambargo – ha scandito – ha causato danni umani e le difficoltà per le famiglie cubane: è crudele, immorale e illegale. E’ necessario rimuoverlo”. “Vorrei inoltre – ha aggiunto – che il mio saluto giungesse in modo particolare a tutte quelle persone che, per diversi motivi, non potrò incontrare e a tutti i cubani dispersi nel mondo”. Quindi ha confidato la sua speranza che la distensione che ha contribuito ad avviare tra Cuba e gli Stati Uniti sia contagiosa. “Il mondo necessita di riconciliazione”, ha detto ancora evocando la prospettiva di una terza guerra mondiale.

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