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Roma, inaugurazione con parapiglia al debutto della mostra sui 70 anni del Msi

donna Assunta Almirante

Inaugurazione con fuori programma oggi a Roma per la mostra “Nostalgia dell’Avvenire” dedicata alla storia del Movimento sociale a 70 anni dalla nascita. Allestita nei locali storici di via della Scrofa la mostra è stata l’occasione per il ritrovarsi dei nomi della storia più e meno recente del partito (da Gianfranco Fini a Gianni Alemanno, a Maurizio Gasparri a Ignazio La Russa, solo per restare ai giorni più vicini e poi tanti, tanti altri), con un nome su tutti, quello di donna Assunta Almirante, che ha voluto presenziare e seguire con attenzione la presentazione e il percorso della mostra. Un tributo inevitabilmente intriso di ricordi e nostalgia da parte di molti, ma che ambisce restituire “in un’epoca di anemia di passioni” lo spessore “storico-politico di un partito la cui storia al suo esterno non si conosce, disperdendo così il suo contenuto valoriale” come hanno sottolineato nei loro interventi l’ideatore e il curatore della mostra, Marcello Veneziani e il professor Giuseppe Parlato. Ma a irrompere sul palco, creando sconcerto e scompiglio – e rovinando per una manciata di minuti la festa dell’inaugurazione -, è stata una signora dai lunghi capelli corvini, Maria Antonietta Cannizzaro (foto home), “l’unica e la vera proprietaria del simbolo” della fiamma e “unica e sola vera presidente del Movimento sociale Destra nazionale”.

“Voi qui siete degli abusivi, dovevate chiedere a me il permesso per questa mostra – ha gridato, accendendo gli animi degli astanti, Cannizzaro – il tribunale d’Appello di Firenze mi ha riconosciuto la piena proprietà del simbolo. Voi siete abusivi, e anche la Meloni usa abusivamente il simbolo, la denuncia penale a suo carico è già pronta”. Ne è inevitabilmente seguito un parapiglia, le luci si sono abbassate, le musiche si sono alzate di volume e Cannizzaro è stata portata nelle sale attigue, dove solo l’intervento di Gianfranco Fini è riuscito a riportare la calma negli animi. Qualche trambusto, poi l’allontanamento. “Fini mi ha trattato veramente bene. Ha mandato via tutti e abbiamo parlato. E’ un signore” ha sottolineato Cannizzaro poco dopo aver lasciato i locali della mostra. “Gli altri – ha concluso – sono tutti cafoni ed abusivi!”. Inevitabili le reazioni dispiaciute degli organizzatori. “Ora si parlerà solo di questo e non della mostra e dei numerosi documenti che abbiamo raccolto ed offriamo non solo al ricordo, ma anche alla conoscenza di quanti vogliono studiare appunto un capitolo della storia del nostro Paese che non è fatta dei soliti stereotipi: estremismo, bombe, cortei, mettiamoci magari pure l’olio di ricino visto che ci siamo – ha detto Parlato – ma è storia di una collettività attenta, preparata, culturalmente radicata, basti vedere la ricchezza di pubblicazioni e giornali che questa mostra offre. Sono 60 le copertine delle riviste del Movimento, che testimoniano la sua vivacità culturale”. Più tranchant il giudizio di Maurizio Gasparri sull’accaduto: “Non è successo nulla. Un piccolo problema dell’Ama…” ha tagliato corto.

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