Roma, inaugurazione con parapiglia al debutto della mostra sui 70 anni del Msi

Roma, inaugurazione con parapiglia al debutto della mostra sui 70 anni del Msi
Maria Antonietta Cannizzaro
20 ottobre 2016
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donna Assunta Almirante

Inaugurazione con fuori programma oggi a Roma per la mostra “Nostalgia dell’Avvenire” dedicata alla storia del Movimento sociale a 70 anni dalla nascita. Allestita nei locali storici di via della Scrofa la mostra è stata l’occasione per il ritrovarsi dei nomi della storia più e meno recente del partito (da Gianfranco Fini a Gianni Alemanno, a Maurizio Gasparri a Ignazio La Russa, solo per restare ai giorni più vicini e poi tanti, tanti altri), con un nome su tutti, quello di donna Assunta Almirante, che ha voluto presenziare e seguire con attenzione la presentazione e il percorso della mostra. Un tributo inevitabilmente intriso di ricordi e nostalgia da parte di molti, ma che ambisce restituire “in un’epoca di anemia di passioni” lo spessore “storico-politico di un partito la cui storia al suo esterno non si conosce, disperdendo così il suo contenuto valoriale” come hanno sottolineato nei loro interventi l’ideatore e il curatore della mostra, Marcello Veneziani e il professor Giuseppe Parlato. Ma a irrompere sul palco, creando sconcerto e scompiglio – e rovinando per una manciata di minuti la festa dell’inaugurazione -, è stata una signora dai lunghi capelli corvini, Maria Antonietta Cannizzaro (foto home), “l’unica e la vera proprietaria del simbolo” della fiamma e “unica e sola vera presidente del Movimento sociale Destra nazionale”.

“Voi qui siete degli abusivi, dovevate chiedere a me il permesso per questa mostra – ha gridato, accendendo gli animi degli astanti, Cannizzaro – il tribunale d’Appello di Firenze mi ha riconosciuto la piena proprietà del simbolo. Voi siete abusivi, e anche la Meloni usa abusivamente il simbolo, la denuncia penale a suo carico è già pronta”. Ne è inevitabilmente seguito un parapiglia, le luci si sono abbassate, le musiche si sono alzate di volume e Cannizzaro è stata portata nelle sale attigue, dove solo l’intervento di Gianfranco Fini è riuscito a riportare la calma negli animi. Qualche trambusto, poi l’allontanamento. “Fini mi ha trattato veramente bene. Ha mandato via tutti e abbiamo parlato. E’ un signore” ha sottolineato Cannizzaro poco dopo aver lasciato i locali della mostra. “Gli altri – ha concluso – sono tutti cafoni ed abusivi!”. Inevitabili le reazioni dispiaciute degli organizzatori. “Ora si parlerà solo di questo e non della mostra e dei numerosi documenti che abbiamo raccolto ed offriamo non solo al ricordo, ma anche alla conoscenza di quanti vogliono studiare appunto un capitolo della storia del nostro Paese che non è fatta dei soliti stereotipi: estremismo, bombe, cortei, mettiamoci magari pure l’olio di ricino visto che ci siamo – ha detto Parlato – ma è storia di una collettività attenta, preparata, culturalmente radicata, basti vedere la ricchezza di pubblicazioni e giornali che questa mostra offre. Sono 60 le copertine delle riviste del Movimento, che testimoniano la sua vivacità culturale”. Più tranchant il giudizio di Maurizio Gasparri sull’accaduto: “Non è successo nulla. Un piccolo problema dell’Ama…” ha tagliato corto.

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