Inchiesta tangenti Miur: soldi per gli studenti finiti in mazzette

Inchiesta tangenti Miur: soldi per gli studenti finiti in mazzette
12 settembre 2022

Nell’inchiesta sulle tangenti al Ministero dell’Istruzione dell’aprile 2021 spuntano nuovi particolari: il denaro per il supporto psicologico agli studenti sarebbe stato utilizzato per pagare mazzette e spese personali dell’ex capo del dipartimento del ministero dell’Istruzione Giovanna Boda. Sono i dettagli che ancora emergono dall’inchiesta sulle tangenti al Ministero dell’Istruzione dell’aprile 2021 appena conclusa. 

“Nel corso delle indagini è emerso che, in rappresentanza del ministero dell’istruzione, Giovanna Boda, ha siglato con i legali rappresentanti delle società COM.E Comunicazione & Editoria S.r.l. e Istituto di ortofonologia S.r.l. e della Fondazione MITE protocolli d’intesa il cui duplice obiettivo è stato quello di: consentire a Federico Bianchi Di Castelbianco di conoscere preliminarmente il piano annuale delle attività e, quindi, i bandi di prossima attuazione, in modo da potersi accreditare presso le diverse scuole e fornire loro assistenza nella predisposizione e attuazione dei progetti”.

E poi di “ottenere una significativa maggiorazione del punteggio, stabilita nei vari avvisi pubblici (bandi) qualora il progetto presentato dalle scuole prevedesse la realizzazione a cura di enti privati sottoscrittori di protocolli d’intesa con il ministero finanziatore”. Così scrivono gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza nella informativa alla base dell’inchiesta su un giro appalti, favori e corruzioni, che hanno ruotato attorno al ministero ed all’ex editore della agenzia di stampa ed imprenditore sociale. Secondo chi indaga – si aggiunge – dalle intercettazioni emerge “l’ingerenza” di Bianchi di Castelbianco “nell’attività istituzionale del ministero” e nella “ripartizione dei fondi relativi alla legge 440”.

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“In particolare, assume rilievo la circostanza che il beneficiario di fondi pubblici non soltanto partecipi alle riunioni relative a tale ripartizione ma che abbia potere decisionale, avendo Boda (ex capo del Dipartimento risorse umane e finanziarie del Miur) rimesso la decisione a lui e ad un altro indagato la decisione finale”, si sottolinea. Dopo la chiusura formale delle indagini ed il deposito degli atti, passo che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, sono state messe a disposizione degli indagati, 15 persone tra le quali Boda e Bianchi di Castelbianco, e 4 società, atti documentali ed intercettazioni, risultati di consulenze e verifiche contabili. Sono migliaia le pagine riversate a disposizione delle parti e dei legali interessati.

E anche se nessuna richiesta formale è stata presentata ancora a piazzale Clodio sono diverse quelli sotto accusa che avrebbero scelto di richiesta di patteggiamento. Le contestazioni sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzioni, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. In base all’impostazione accusatoria Boda, incaricata della realizzazione delle procedure per selezionare progetti scolastici, riceveva “indebitamente” “la dazione e la promessa delle somme di denaro e delle utilità per sé e per terzi per un totale di complessivi 3.201.933 euro per l’esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri nonché per il compimento di una pluralità di atti contrari ai doveri di ufficio” da Bianchi Di Castelbianco “legale rappresentante dell’Istituto di Ortofonologia, socio amministratore di fatto della “Come. – Comunicazione & Editoria s.r.l.” (Com.e.) direttore scientifico e amministratore di fatto della “Edizioni Scientifiche MA.GI. S.r. l.”.

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(MA.GI.), amministratore di fatto della “Fondazione Mite – Minori informazione Tutela Educazione” (Mite), enti aggiudicatari dal gennaio 2018 al 13 aprile 2021 di affidamenti da parte di Istituti scolastici per complessivi 23.537.377 euro, di cui corrisposti 17.457.976 euro”. Nell’atto di accusa i pm contestano a Boda anche di aver rivelato a Bianchi di Castelbianco “notizie d’ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete. In particolare, anticipava via e-mail” all’imprenditore “prima della sua pubblicazione, la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, e invitava e lo faceva partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole a valere sulla Legge n. 440/1997, demandando anche allo stesso imprenditore la decisione finale su tale suddivisione”. Nell’avviso di conclusione delle indagini sono state individuate come parti offese il ministero dell’Istruzione, la presidenza del consiglio dei ministri-dipartimento delle pari opportunità e l’Agenzia delle Entrate.

In una delle intercettazioni presenti, Bianchi di Castelbianco dice alla Boda: “Guardami dimmi solo l’importo e ti fai un anno sabbatico però ti posso dire una cosa? Te ne devi andà! lo ti faccio arrivare i soldi all’estero, ti faccio arriva’ tutto. Non ti preoccupare però te ne devi andare”. Secondo le indagini, coordinate dal pm Carlo Villani e sviluppate dalle Fiamme Gialle, Bianchi di Castelbianco negli anni avrebbe ottenuto gare e appalti per 23 milioni di euro. Nelle carte anche le dichiarazioni di Castelbianco durante l’interrogatorio di garanzia, il 13 settembre del 2021.

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Parlando della casa comprata e ceduta a Boda, dice: “la casa l’ho comprata io solo per amicizia era un vero affare”. “Ho iniziato a collaborare con Boda nel 2000, tra a me e Giovanna c’era solo uno scambio di amicizia. In questi 20 anni ho consolidato il rapporto con lei come un amico, un confidente: lei è una bella persona, di cristallo e ha aiutato molte persone nelle scuole, quelle che ne avevano bisogno”.

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