Intesa Cav-Salvini su Veneto. Ma la testa è ai processi

Intesa Cav-Salvini su Veneto. Ma la testa è ai processi
7 marzo 2015

di Barbara Acquaviti

I due non si prendono moltissimo. Ma sulle Regionali è arrivato il momento di cominciare a essere pratici. E così Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono incontrati nuovamente per cercare di tirare le fila della questione alleanze. Un incontro, nella sede milanese di via Rovani del Cav, che si chiude con un’intesa sul Veneto ma lascia irrisolti i nodi di Liguria e Toscana. Non è un caso se, interpellato in proposito, l’ex premier abbia parlato di colloquio “simpatico” e “cordiale”: due aggettivi che, alla stregua di “interlocutorio”, significano che i rapporti restano tutto sommato tiepidi. Nella pratica, Berlusconi avrebbe assicurato a Salvini che in Veneto Forza Italia appoggerà Luca Zaia anche se alla fine dovesse emergere la contro candidatura di Falvio Tosi (con l’appoggio di Ncd). Ma se il Cavaliere non sembra intenzionato a mettere in crisi il rapporto con la Lega al Nord, è vero anche che non tutti i problemi sono stati risolti. Perché il segretario del Carroccio non intende rinunciare ai “suoi” candidati in Liguria e Toscana e cioè a Edoardo Rixi e Claudio Borghi. Su questo Berlusconi si sarebbe riservato altro tempo. “Salvini ha fatto troppo il ganassa”, si sarebbe lamentato con alcuni interocutori.

INCUBO LEGA Il timore che si moltiplichi per tre l’effetto Emilia Romagna con Forza Italia sorpassata dalla Lega, è ben presente. Anche perché già ora i sondaggi azzurri sono alquanto impietosi. Berlusconi, dunque, cerca di dedicarsi alla questione Regionali ma la testa continua ad essere concentrata sui suoi problemi giudiziari. Oggi è stato l’ultimo giorno di servizi sociali a Cesano Boscone e domenica finirà di scontare la pena per la condanna Mediaset. “E’ stata un’esperienza toccante, intendo continuare” dice lasciando la Sacra famiglia. Ma l’ex premier pensa già al 10 marzo, giorno in cui la Cassazione deciderà se il processo Ruby è da rifare oppure no. E poi c’è il Ruby ter e le intercettazioni delle sue telefonate con Gianpiero Tarantini finte sui giornali. “Stanno cercando di infangare la mia immagine – si sarebbe sfogato – proprio in questi giorni cruciali. Ma almeno ora è evidente che ciò di cui mi accusano nel processo di Bari” e cioè di essere a conoscenza del fatto che l’imprenditore barese gli procurasse escort a pagamento, “non esiste”.

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PARTITO DIVISO Tutto il partito si è stretto intorno a Berlusconi producendosi in un profluvio di comunicati di sostegno nei suoi confronti e di critica verso “gogne mediatiche” e giustizia ad orologeria. Sostegno che è arrivato anche dalla “spina nel fianco”, Raffaele Fitto, che si è detto “indignato” per il fango che stanno gettando su Berlusconi. Ma il punto è che il partito è più diviso che mai e il voto di martedì sulle riforme rischia di diventare la cartina di tornasole. In occasione del voto finale sul ddl Boschi, infatti, Forza Italia potrebbe esprimersi in modo multicolor: a marcare il proprio dissenso rispetto al voto contrario stabilito nella riunione del gruppo, potrebbero essere i verdiniani (i rapporti tra il senatore toscano e Berlusconi sarebbero davvero arrivati alla rottura) ma anche alcuni esponenti azzurri lombardi più vicini a Paolo Romani che non gradiscono la linea di Brunetta. A manifestare la propria divergenza rispetto alle posizioni “intransigenti” è oggi, per esempio, Elena Centemero. “Sono contaria – fa sapere in una nota – a frettolose stroncature”.

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