Cronaca

Isis rivendica attacco ai militari italiani in Iraq. L’esercito del Califfato ha agito “con il favore di Dio”

L’Isis ha rivendicato su Site l’attacco ai militari italiani in Iraq. Nell’attentato nel Kurdistan sono rimasti cinque militari italiani feriti: Marco Pisani, Paolo Piseddu, Andrea Quarto, Emanuele Valenza e Michele Tedesco (i primi due parà del 9° reggimento d’assalto Col Moschin dell’Esercito e gli altri tre uomini del Goi, il gruppo operativo incursori della Marina). Quattro di loro sono più gravi (tre hanno riportato serie lesioni alle gambe, che hanno comportato delle amputazioni parziali, ed uno è stato operato per una emorragia interna) e sono ricoverati in un ospedale militare a Baghdad. Il ferito meno grave, invece, ha subito traumi importanti ma meno rilevanti degli altri e le sue condizioni non destano preoccupazione.

La rivendicazione dell’attentato è riportata in una nota apparsa sull’agenzia ufficiale dell’Isis Amaq e ripresa dal Site: “Con il favore di Dio,  l’esercito del Califfato ha preso di mira un veicolo 4×4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata e dell’antiterrorismo dei Peshmerga, nella zona di Qarajai, a nord della zona di Kafri (nel distretto di Kirkuk, ndr), con l’esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di 4 crociati e di 4 apostati”.  Non appena le loro condizioni si saranno stabilizzate e ne sarà possibile il trasporto verranno rimpatriati. Nel frattempo continuano gli accertamenti sulla dinamica dell’attentato, sul quale la procura di Roma ha aperto un’inchiesta per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime. Le indagini sono state affidate dal pm Sergio Colaiocco ai carabinieri del Ros.

“Abbiamo seguito con grande preoccupazione l’attacco ai militari italiani in Iraq e seguiamo da vicino gli sviluppi” ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini esprimendo vicinanza alle autorità italiane. L’attentato è avvenuto a pochi giorni dal sedicesimo anniversario della strage di Nassiriya, in cui morirono 19 italiani. Ieri, poco dopo le 11 locali, a un centinaio di chilometri da Suleymania, un team di commandos della Task force 44 – un gruppo di Forze speciali – era impegnato in un’attività a supporto della Special Tactic Unit dei Peshmerga, i combattenti curdi da sempre in prima linea contro l’Isis. I cinque uomini delle forze speciali italiane sono saltati su un Ied, un ordigno esplosivo improvvisato. Il convoglio era composto anche da mezzi blindati, ma l’esplosione avrebbe interessato una pattuglia di militari che stava procedendo a piedi.

L’attentato, riferisce lo Stato maggiore della Difesa, è avvenuto la mattina di domenica 10 novembre quando un Ied, un ordigno esplosivo rudimentale, è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq. Il team stava svolgendo attività di addestramento (“mentoring and training”) in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. L’attentato è avvenuto intorno alle 11 locali, nella zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno. Ad essere coinvolti sono stati i commandos della task force presente in quell’area, che stava svolgendo un’attività di supporto ad una unità di forze speciali dei Peshmerga. I cinque feriti, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, sono tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell’Esercito (9/o Col Moschin). I cinque militari coinvolti dall’esplosione sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri USA facenti parte della coalizione e trasportati in un ospedale “Role 3” dove stanno ricevendo le cure del caso.

L’attentato di domenica conferma che nonostante l’indebolimento dell’Isis, l’Iraq resta un Paese ancora lontano dalla pacificazione: i miliziani dello Stato islamico, pur non combattendo più a viso aperto, continuano a condurre attentati e attacchi con tecniche militari. Nella zona di Kirkuk, non lontano da dove è avvenuto l’attentato, solo nella prima metà del mese di ottobre sono stati segnalati oltre 30 attacchi da parte di cellule dell’Isis rivolti contro le forze di sicurezza irachene, quelle che i militari italiani stanno addestrando. Lo fanno nelle basi, con gli istruttori del contingente schierato ad Erbil e lo fanno anche, sul campo, con le forze speciali di base a Suleymania.

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