Politica

Italia-Cina, prove di riavvicinamento dopo disdetta Via della Seta

Una due giorni che ha segnato una ripresa dei contatti, un modo per saggiare la disponibilità sul fronte economico, dove si può creare una nuova agibilità dopo la disdetta dell`accordo sulla Via della Seta della Cina, quello che ha messo in campo il ministro degli Esteri Antonio Tajani tra Venezia e Verona ieri e oggi, accogliendo il ministro del Commercio cinese Wang Wantao. Prima una celebrazione alla Ca` Foscari a Venezie incentrata sulla figura di Marco Polo, poi a Verona ieri la Commissione economica mista Italia-Cina e, infine, oggi il Forum di dialogo imprenditoriale sono state occasioni per riprendere il filo di un dialogo con Pechino, con risultati che hanno “soddisfatto” il vicepremier, secondo la formula usata ieri in una conferenza stampa.

Gli incontri sono stati inquadrati da Tajani nella cornice del Partenariato strategico Italia-Cina firmato nel 2004, che lo stesso ministro nella sua recente visita in Cina ha proposto come cornice di collaborazione dopo la disdetta dell`accordo Belt and Road. E, in questo senso, i due ministri hanno concordato di rendere annuale la Commissione economica mista, di creare uno spazio tecnico semestrale di confronto per le imprese, di rafforzare la collaborazione sul fronte commerciale. Il ministro ha anche chiesto che la Cina si faccia parte di uno “sforzo corale” per la de-escalation delle tensioni nel Mar Rosso e Canale di Suez per garantire la libera circolazione delle merci, anche perché “dove passano le merci non passano le armi”.

A Pechino, in particolare, ha chiesto ieri un intervento forte sull`Iran per la de-escalation e oggi, parlando con i giornalisti a margine del Forum di dialogo imprenditoriale, ha detto che chiederà lui stesso al suo omologo iraniano che Teheran eviti “di attaccare direttamente Israele, perché questo porterebbe a una escalation in un’area dove già c’è una tensione molto forte: ci auguriamo sempre che prevalga il buon senso in questa delicata fase”. Un altro fronte su cui Tajani ha interpellato il suo interlocutore è quello della creazione di condizioni di parità nella concorrenza, un fronte su cui la Commissione europea si sta muovendo con indagini sulle produzioni green dalle auto elettriche, ai pannelli solari, all`eolico.

Il ministro cinese, parlando oggi agli imprenditori, ha espresso “perplessità” rispetto all`approccio “protezionistico della Commissione” che “da un lato, offre sussidi alle aziende europee” e dall`altro attacca le aziende cinesi accusando Pechino proprio di offrire sussidi. Su questo aspetto, Tajani ha segnalato come la competenza sia di Bruxelles, ma Roma condivide sul fatto che “deve esserci un level playing field, una concorrenza leale”. In ballo ci sono questioni importanti, come la possibilità che produttori di auto elettriche cinesi possano insediarsi in Europa, e l`Italia è in prima linea per cogliere questo tipo di investimenti. “Vedremo se ci saranno altre opportunità nel settore automobilistico, noi siamo per la crescita” ha detto Tajani, segnalando che queste “sono settimane importanti, per noi”, perché “ci sono tanti dialoghi in corso, quindi mi auguro che poi i dialoghi, quando ci sono, portino risultati concreti”. askanews

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