Khamenei sceglie il suo erede mentre Israele colpisce: la guerra che cambierà le regole del Medio Oriente

Con la leadership iraniana sotto tiro e Tel Aviv determinata a colpire, il rischio di un’escalation globale è reale.

Ali Khamenei (1)

Ali Khamenei

In un clima di crescente instabilità, l’Iran e Israele si trovano al centro di un conflitto devastante. Attacchi missilistici, manovre diplomatiche fallite e la paura di un cambio di leadership iraniana stanno alimentando la crisi. Gli eventi si susseguono in Medio Oriente, con implicazioni globali, mentre la guerra entra nel suo nono giorno. Un conflitto alimentato soprattutto da vendette storiche, ambizioni nucleari e interessi geopolitici.

La successione di Khamenei: un segnale di allarme

In questo scenario, l’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, ha preso una decisione inusuale fornendo tre nomi tra cui scegliere il suo successore. Secondo fonti citate dal New York Times, questa mossa riflette la preoccupazione di Khamenei per la propria sicurezza personale, in un momento in cui si teme possa essere ucciso. L’Assemblea degli Esperti, responsabile della scelta del leader spirituale, avrebbe così un elenco ristretto per accelerare il processo in caso di emergenza.

Tuttavia, l’ufficio di Khamenei ha smentito queste voci tramite l’agenzia filoiraniana Sabreen. “Non c’è stata alcuna indicazione formale riguardo alla successione,” ha dichiarato un portavoce. Nonostante ciò, l’assenza del nome del figlio Mojtaba, considerato un favorito, solleva interrogativi sulla dinamica interna del regime.

“Questa è una strategia per garantire continuità in tempi di guerra – spiega Michael Singh, analista del Middle East Institute -. Ma potrebbe anche essere un tentativo di controllare il futuro dell’Iran da posizioni di vulnerabilità”. 

Attacchi israeliani: escalation militare senza fine

Israele ha intensificato i suoi bombardamenti contro obiettivi strategici iraniani. Tra questi figurano la città di Shiraz, il porto di Bandar Abbas e una base militare a sud di Teheran. I media iraniani hanno confermato che le difese aeree sono state attivate in diverse zone del paese.

Il portavoce delle Forze Armate israeliane ha dichiarato che gli attacchi miravano a depositi di droni e armamenti nell’Iran sudoccidentale. Nel frattempo, forti esplosioni sono state udite nel centro e nel nord di Teheran, segno che il conflitto sta colpendo direttamente il cuore del regime iraniano. “Ogni azione ha conseguenze. Questi attacchi rischiano di trasformare una disputa bilaterale in un conflitto regionale” avverte Vali Nasr, esperto di politica mediorientale presso la Johns Hopkins University.

 

Diplomazia fallita e minacce globali

Un tentativo di mediazione tra Stati Uniti e Iran organizzato dal presidente turco Erdoğan è fallito quando Khamenei non ha dato la sua approvazione. Secondo Axios, il leader iraniano si sarebbe nascosto per timore di attentati.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno spostato bombardieri stealth B-2 verso Guam, in un chiaro segnale di deterrenza. Tuttavia, funzionari americani hanno assicurato che si tratta solo di misure precauzionali e non di preparativi per un attacco diretto.

I ribelli Houthi hanno minacciato di riprendere gli attacchi alle navi statunitensi nel Mar Rosso se Washington decidesse di intervenire militarmente contro l’Iran. Questa prospettiva rende ancora più complessa la situazione geopolitica.

Le conseguenze umanitarie: un appello Onu

Intanto, centinaia di famiglie iraniane sono state costrette a lasciare le loro case a causa degli attacchi. L’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR) ha lanciato un appello urgente per evitare una nuova crisi migratoria. Filippo Grandi, capo dell’agenzia, ha sottolineato che la regione non può permettersi ulteriori spostamenti di massa. “Una volta che le persone sono costrette a fuggire, le conseguenze durano generazioni,” ha detto Grandi. “È fondamentale ridurre le tensioni prima che sia troppo tardi”.

Verso un punto di non ritorno?

La guerra tra Iran e Israele rappresenta uno dei momenti più critici della storia recente del Medio Oriente. Con la leadership iraniana sotto pressione, attacchi sempre più audaci da parte di Israele e la comunità internazionale incapace di mediare, il rischio di un’escalation globale è reale.

Sebbene entrambe le parti sembrino determinate a perseguire i propri obiettivi, il dialogo rimane l’unica via d’uscita. Come ha osservato un diplomatico europeo anonimo, “la diplomazia non è mai facile, ma in questo caso è l’unica alternativa alla catastrofe”.