Scienza e Tecnologia

La Cina alla conquista del lato oscuro della Luna

La Cina punta al lato oscuro della Luna. Questa foto risale al 18 ottobre 1959, fu scattata dalla sonda sovietica Luna-3 ed è la prima immagine in assoluto giunta sulla Terra del lato nascosto del nostro satellite. Da allora è stato osservato e studiato più volte e ora è la destinazione della sonda cinese Chang e-4, lanciata l’8 dicembre dal centro spaziale cinese di Xichang. Il razzo Lunga marcia 3B/E è decollato con il suo prezioso carico “lunare” per giungere “là dove nessuno è mai giunto prima”: un lander da 1.200 kg e un piccolo rover da 140 kg sbarcheranno il 3 gennaio 2019, nel cratere Von Kàrmàn, sul lato opposto della Luna da dove, stando al profilo di missione, raccoglieranno dati da inviare sulla Terra.

Chang’e 4 è, appunto, la quarta missione del programma lunare cinese, preceduta da quelle lanciate nel 2007, nel 2010 e nel 2013. Quest’ultima prevedeva anche l’atterraggio di questo piccolo rover, Yutu che nonostante qualche problema di mobilità ha inviato a terra una mole di dati fino al 3 agosto 2016 quando la fredda notte lunare ha avuto il sopravvento sui suoi strumenti. Per questa missione, l’allunaggio sarà più difficile a causa delle comunicazioni radio, oscurate dalla stessa Luna. Per ovviare a questo problema la Cnsa (l’agenzia spaziale cinese) ha previsto l’uso di un ripetitore posizionato in un punto lagrangiano (una zona in cui le forze di gravità terrestre e lunare si annullano a vicenda) che rimanderà sulla Terra il segnale emesso dal lander.

L’obiettivo della missione è studiare il suolo all’interno del cratere, risalente a 3,6 miliardi di anni fa nel quale si trovano materiali emersi dal mantello che potrebbero fornire dati sulla formazione della Luna nonché sulla materia da cui si sarebbe formato anche il nostro pianeta. Studi collegati si riferiscono agli effetti sulla superficie lunare del vento solare e ad analisi di radioastronomia nell’ambiente protetto dai disturbi elettromagnetici provenienti dalla Terra. Ma l’esperimento più ambizioso prevede la possibile nascita di larve di baco da seta contenute in una mini biosfera: un contenitore stagno in cui ci sono acqua, aria, sostanze nutritive e semi di patata.

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