La difesa: il Dna non è di Bossetti, serve perizia. “E’ tutto latamente”

La difesa: il Dna non è di Bossetti, serve perizia. “E’ tutto latamente”
Yara Gambirasio e Giuseppe Bossetti
6 luglio 2017

Non appartiene a Massimo Bossetti il Dna estrapolato dagli indumenti di Yara Gambirasio. E il carpentiere di Mapello è stato condannato in primo grado all’ergastolo sulla base di un “dato sbagliato”. La pensa così uno dei difensori di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, che in un passaggio della sua arringa difensiva davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Brescia è tornato a sollecitare una perizia genetica per fugare i dubbi emersi dal processo di primo grado. “Facciamola questa perizia – sono state le sue parole -. Andiamo a vedere se quel Dna è davvero di Bossetti o se, come crediamo noi, non è il suo”. Perché, ha puntualizzato il legale rivolto ai giudici, “l’esame del dna è stato ripetuto 101 volte, ma Bossetti è risultato positivo in 71 casi. Perché altre 30 volte il test ha dati esito negativo? Vogliamo approfondire la questione o basta questo per condannare un uomo all’ergastolo?”. Il dna, ha insistito, “è l’architrave del processo”, tuttavia “un dato così sensazionale e rilevante è sbagliato. Quel dna ha così tante criticità che sono più dei marcatori. Dicono che in 71 casi è dna riconducibile a Bossetti, ma non è vero. Si può condannare lui soltanto se si sciolgono tutti questi dubbi”. Stesso discorso sugli altri elementi che hanno portato alla condanna del carpentiere di Mapello. La fibre rintracciate sugli indumenti della vittima e compatibili con quelle del suo furgone “non possono essere neppure qualificati come indizi”, l’analisi delle celle telefoniche nel giorno del delitto “va a favore di Bossetti” perché dimostrano che un’ora prima del sequestro della tredicenne il carpentiere era a casa sua. E dagli accertamenti effettuati sul suo pc “non è stata trovato nulla di pedopornografico. Visitava siti per adulti, che non è un reato. C’è solo una ricerca manuale, che risale ai giorni immediatamente precedenti al suo arresto, definita dai giudici di primo grado ‘latamente’ pedopornografica”. Per Salvagni, è lo spunto per tornare all’attacco: “Qui è tutto latamente. E se Bossetti sarà giudicato latamente colpevole, lo sarà per una prova latamente scientifica”.

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