Cronaca

La Marcia delle donne indigene per i diritti e la loro terra

Centinaia di donne brasiliane si sono date appuntamento a Brasilia per la terza Marcia delle donne indigene, che vuole difendere i diritti femminili e protestare contro il “quadro temporale”, mentre è in corso un processo cruciale alla Corte suprema del Brasile. La tesi del “quadro temporale” (Marco Temporal), difesa dalla potente lobby dell’agro-business, non riconosce come terre indigene quei territori non occupati nel 1988, anno in cui è stata promulgata la Costituzione. Maria Valdenize, leader del popolo “Munduruku”: “Il nostro obiettivo è di essere qui con le donne durante la terza marcia delle donne indigene, per rafforzare questo movimento femminile per la difesa dei nostri territori”.

“Noi le donne, le donne indigene, soprattutto nella nostra regione (Amazzonia, ndr) siamo massacrate in ogni caso – denuncia Socorro Lopes, esponente della comunità Mura – Quindi con questa marcia uniamo le nostre forze, uniamo le nostre forze per fermare questa violenza, nei nostri villaggi, nelle comunità, nelle città”. Le donne si sono radunate sull’Asse Monumentale, viale centrale della capitale brasiliana, con tanto di tende, per rivendicare i diritti e la cultura indigena tra canti e balli. “Siamo qui per dire no al ‘quadro temporale’ che colpisce i nostri diritti – ha spiegato Elda Hunikui, leader del popolo indigeno Hunikui – c’è in corso un processo, siamo qui, sempre più unite, per dire e ribadire che non vogliamo che il quadro temporale sia adottato”.

 

Il presidente brasiliano ha annunciato martedì 12 settembre l’omologazione di due nuove riserve indigene (Rio Gregorio e Acapuri de Cima) dei territori considerati ultimi bastioni contro la deforestazione, per la Giornata dell’Amazzonia. “Se non c’è futuro per l’Amazzonia – ha detto Lula – non ci sarà futuro per il pianeta”.

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