Politica

L’addio di May dopo 21 anni sui banchi del governo, da “nuova Thatcher” a crisi Brexit

Era stata eletta per unire un Partito conservatore spaccato e per traghettare il Regno Unito alla Brexi, ma dopo tre anni Theresa May ha lasciato definitivamente Downing Street e la guida dei Tory con un bilancio ampiamente in rosso. La 62enne ex ministro dell’Interno, seconda donna a guidare il governo britannico dopo Margaret Thatcher, non e’ mai riuscita a creare un ‘feeling’ con il Paese a parte rari momenti come lo sgraziato balletto sulle note di “Dancing Queen” alla convention dei Tory. Alla fine ha pagato per le tre bocciature della Camera dei Comuni al suo piano per la Brexit, al quale non ha saputo affiancare un’altra via d’uscita dall’Ue che scongiurasse il divorzio caotico del ‘No deal’.

Nel discorso di congedo ha rivendicato i risultati ottenuti sul fronte dell’occupazione e nella ltta alle nuove schiavitu’ e alle violenze domestiche, e si e’ augurata di diventare un modello per le ragazze in un Paese che ha definito “delle aspirazioni e delle opportunita’”. Poi ha ringraziato il marito Philip, definendolo “pilastro” della sua vita”. La ‘standing ovation’ che le ha tributato compatto il gruppo conservatore, pero’, assomiglia piu’ a una resa delle armi che a un apprezzamento sincero. Figlia di un vicario della Chiesa di Inghilterra, Theresa May e’ nata il 1 ottobre 1956 a Eastbourne, nel Sud del Sussex, non lontano da Brighton. Ha raccontato che ascoltava alla radio le partite di cricket col padre, il quale ha saputo delle sue intenzioni di occuparsi di politica quando aveva appena 12 anni. La futura premier britannica studiava geografia e incontro’ il marito Philip all’Universita’ di Oxford, prima di andare a lavorare per qualche anno alla Banca di Inghilterra.

I May non hanno mai avuto figli e Theresa si e’ dedicata interamente alla politica fino a diventare presidente del partito conservatore, nel 2002. Ha ricoperto la carica di segretario di Stato per gli Affari interni dal 2010, fino alla nomina a primo ministro, nel 2016 dopo che la vittoria del Leave nel referendum ha spazzato via l’allora capo di governo, David Cameron. Nonostante fosse contraria ad abbandonare l’Unione, May ha poi abbracciato la causa con lo slogan “Brexit significa Brexit”. E’ sopravvissuta a una raffica di dimissioni di ministri di rilievo e ha resistito a costanti attacchi dall’interno del partito. Per questo, l’editorialista Matthew Parris, ex deputato conservatore, l’ha definita “il primo ministro zombie” per la sua abilita’ di rimanere in piedi, nonostante tutto. Ma con il passaggio di testimone a Boris Johnson, e’ terminata almeno per questa fase la sua stagione politica, dopo 21 anni sui banchi del governo.

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