Licenziamenti e stipendi non pagati, in Sicilia lavoratori sul piede di guerra

Licenziamenti e stipendi non pagati, in Sicilia lavoratori sul piede di guerra
5 aprile 2016

Da quattro mesi senza stipendio, da tre anni alle prese con una riforma lasciata a meta’ e ora col rischio di vedere pignorati i fondi stanziati in finanziaria dal Governo per via dei vecchi contenziosi ereditati dagli ex consorzi Asi. Sono i 250 dipendenti dell’Irsap che oggi si sono riuniti in sit-in davanti all’Assessorato regionale alle Attivita’ produttive in via degli Emiri 14. Una manifestazione organizzata da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl a cui hanno partecipando lavoratori provenienti da tutta la Sicilia. “Da mesi – dicono i lavoratori – chiediamo al governo risposte rispetto alla precarieta’ vissuta dall’ente e dai suoi dipendenti”. Alla delegazione di sindacalisti ricevuti oggi pomeriggio, l’assessore regionale Mariella Lo Bello ha annunciato due strade da seguire: una legge per pagare gli stipendi dei lavoratori attraverso la Resais e la proroga dei precari per quattro mesi. Per Fp Cgil hanno partecipato all’incontro il segretario generale Michele Palazzotto, il responsabile d’organizzazione Claudio di Marco e il rappresentante dei precari Sinatra. “Prima di esprimere un giudizio, attendiamo di leggere la norma e capire quanto sia percorribile la strada prospettata dall’assessore. Di certo servono risposte immediate per salvaguardare il fondo, gia’ insufficiente a garantire tutti gli stipendi, stanziato in finanziaria”. Nella legge di stabilita’ per l’Irsap ci sono circa 10 milioni. Fondi messi oggi in pericolo dai 300 milioni di pignoramenti maturati da contenziosi con gli ex consorzi Asi. “Al governo inoltre – dice ancora Palazzotto – chiediamo di garantire le proroghe per tutti i precari senza soluzione di continuita’ e di sciogliere il nodo politico sull’Irsap decidendo cosa vuole farne”.

SVILUPPO ITALIA SICILIA “Una societa’ che possa accogliere i 75 dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia”. E’ quanto auspica l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, parlando con i giornalisti a margine della commissione Bilancio dell’Arsm, in merito alla societa’ che il socio unico Regione ieri ha messo in liquidazione. “A fronte delle commesse che ci sono, essi potrebbero lavorare in un’altra societa’ della Regione, come e’ avvenuto – spiega – per la valorizzazione immobiliare, in quel caso abbiamo dato la commessa alla Sas, cosi’ come stabilito nell’ultima finanziaria”. All’audizione dei sindacati in commissione Bilancio all’Ars arriva per Sviluppo Italia Sicilia, l’ormai ex agenzia regionale per lo sviluppo di cui ieri il socio unico Regione ha deciso la liquidazione, l’assicurazione che non sara’ fatta “macelleria sociale” ma che saranno salvaguardata le professionalita’ e le competenze dei 75 dipendenti. Le organizzazioni sindacali Fisac Cgil, First Cisl, Uilca prendono atto inoltre delle dichiarazioni dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei, rilasciate a margine dell’audizione in commissione, che ha prospettato la la tutela occupazionale dei 75 lavoratori con il passaggio in un’altra partecipata. “Apprezziamo la sensibilita’ dei componenti della commissione Bilancio di fronte alla recente degenerazione aziendale conseguente all’ultima deliberazione del cda e del socio unico, pur in presenza di commesse che avrebbero potuto salvare la societa’ – dichiarano per la Fisac Cgil Elia Randazzo e Pietro Mazzarese, per la First Cisl Pietro Cocuzza e Salvatore La Marca e Salvo Patti per e Ernesto Barba per Uilca – Ora ci aspettiamo concreti provvedimenti da parte del governo regionale per garantire in tempi ristretti la continuita’ occupazionale e la difesa del patrimonio di professionalita’ oggi presente in Sviluppo Italia Sicilia. Le competenze e le professionalita’ dei lavoratori rappresentano una risorsa importante che non deve essere dispersa. I lavoratori dovranno essere salvaguardati in una societa’ per continuare a prestare la loro opera fornendo lo stesso tipo di assistenza tecnica alle imprese di adesso. Le modalita’ di un eventuale passaggio di ramo d’azienda o di una possibile fusione dovranno essere adesso presto definite. Abbiamo assistito a una mancanza di strategia: la societa’ e’ stata posta in liquidazione a 24 ore dalla convocazione in commissione Bilancio, ancora in attesa di definire il futuro della commessa Garanzia Giovani. Cio’ denota confusione nel modo di procedere sulle partecipate. In questo modo, senza una vera razionalizzazione delle societa’, ci vanno di mezzo i lavoratori”.

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