Politica

Lombardia, dialogo e autonomia tra richieste industriali

Se è vero che la Lombardia è il motore dell’Italia, allora l’industria rappresenta il motore della regione e come tale va mantenuta in efficienza. Parte da questa considerazione il presidente lombardo di Confindustria, Francesco Buzzella, nel presentare ai candidati alle elezioni regionali, arrivati uno dopo l’altro senza incrociarsi nella sede di Assolombarda, le proposte degli industriali “per una politica per la competitività”. Un elenco di 60 pagine, consegnato nelle mani di Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5s), Attilio Fontana (centrodestra) e Letizia Moratti (lista civica e Terzo Polo), nel quale si chiede soprattutto al prossimo presidente di proseguire “nell’ascolto dei fabbisogni delle imprese per poi intervenire in maniera decisa e flessibile”.

Quasi un assist per Fontana che infatti ha rivendicato come il “modello lombardo” di dialogo con le forze produttive “ha funzionato e ha fatto diventare grande questa Regione”. Majorino, poco prima, aveva invece proposto di seguire le politiche di concertazione adottate dal presidente dell’Emilia Romagna e candidato segretario del Pd, Stefano Bonaccini: “Credo che ci debba essere un confronto maggiore tra tutte le categorie, la Regione non deve più essere governata come un piccolo condominio incattivito e molto chiusa all’interno del palazzo, ma serve un confronto con le categorie produttive per fare buone politiche per le infrastrutture e politiche attive per il lavoro” ha detto l’europarlamentare del Pd.

Moratti ha osservato invece che “la concertazione è naturalmente importantissima”, ma occorre che sia “fatta per tematiche e per ambiti quindi non tavoli immensi che non producono nulla, ma tavoli concreti con gli imprenditori, con gli industriali, con i commercianti, su temi concreti”. Tra le richieste degli industriali c’è anche l’autonomia, vista come “un’opportunità”, ma Moratti ha fatto notare che oggi è un tema di campagna elettorale e domani sarà esaminata dal Cdm, ma il referendum consultivo regionale che la chiedeva a gran voce “è del 2017” e nel frattempo “non si è fatto nulla”. C’è infine il tema dell’Ue, vista da Confindustria “punto di riferimento ma anche presidio”, vista la “pervasività delle iniziative Ue e l’impatto spesso punitivo” di alcuni provvedimenti comunitari, come quello che riguarda il settore delle auto.

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