Politica

M5s, Grillo a Roma. Conte e Di Maio allo stesso tavolo

“Cupio dissolvi”: così Beppe Grillo aveva intitolato il post sul suo blog, attribuendo ai suoi “figli” (parole sue) il desiderio di dissolvere “il dono del padre nella vanità personale”. Riferimento al violento scontro fra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il leader Giuseppe Conte, apertosi pubblicamente nel Movimento 5 stelle dopo la conclusione della settimana dedicata all’elezione del presidente della Repubblica. Oggi il fondatore e garante M5S, rimesso in gioco dall’ordinanza del Tribunale di Napoli che ha sospeso statuto e leader eletto nell’agosto scorso, sarà a Roma. Tutte le questioni sono sul tavolo: come risolvere l’intoppo giuridico, addirittura a quali avvocati affidare la reazione, come coinvolgere la comunità stellata, a partire dai gruppi parlamentari, nella risoluzione della crisi, se e come ricostruire un minimo di comunicazione e di fair play fra i due rivali.

La partita legale “la sta gestendo Conte, che tace da giorni anche con i suoi vice”, raccontano a Montecitorio fonti stellate qualificate. Ma dovrà avere l’ok da Grillo, che già martedì aveva stoppato l’annuncio fatto da Conte di un imminente nuovo voto on line, liquidandolo pubblicamente come iniziativa “azzardata”. Attorno alla puntata romana del fondatore, intanto, viene stesa la consueta cortina fumogena, non si sa neppure se si fermerà oltre la giornata di oggi. E’ possibile che Grillo abbia in programma dei faccia a faccia con alcuni dei suoi fedelissimi e con i principali contendenti, oltre che un confronto con i legali. L’unica cosa che per ora viene data per certa dagli ambienti di vertice del M5S è che ci sarà “una riunione ristretta in un luogo da definire” e che a questa riunione è attesa la presenza, oltre a Conte, di Di Maio.

Sarà, per quanto risulta finora, il primo incontro e anche il primo colloquio diretto fra i due dopo l’apertura pubblica delle ostilità con la dichiarazione alle telecamere nella quale il ministro ed ex capo politico, una volta rieletto Sergio Mattarella capo dello Stato, ha parlato di “leadership che hanno fallito” chiedendo l’apertura di una “riflessione” nel Movimento. Resta da verificare se basterà la presenza di Grillo per ricucire almeno parzialmente lo strappo o se invece il vertice porterà a una presa d’atto di distanze incolmabili. E se verrà trovata una strada condivisa, come nelle intenzioni dichiarate dal garante, anche per affrontare il caso insolito di un leader politico eletto da una larga maggioranza di iscritti (92,8% dei votanti) ma sospeso da un Tribunale dopo il ricorso di tre attivisti sulla platea degli aventi diritto.

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