L'Aula del Senato
Il disegno di legge di bilancio è approdato nell’Aula di Palazzo Madama per la discussione generale. Il voto finale è atteso per domani. Presente in aula il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La manovra, che vale complessivamente 18,7 miliardi di euro, è stata modificata in commissione Bilancio sabato scorso con interventi mirati su Isee, contratti collettivi e sostegno alle famiglie. Il governo punta a contenere la spesa per accelerare nel 2026 l’uscita dalla procedura di infrazione europea, portando il rapporto deficit-Pil sotto il 3%.
Tra le misure principali spiccano il taglio dell’aliquota Irpef per il ceto medio, la revisione delle norme sul calcolo dell’Isee con l’esclusione della prima casa, la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. E ancora: bonus sui libri di testo per le scuole superiori, per chi frequenta le paritarie di secondo grado, provvedimenti per l’estensione del congedo parentale, norme sulla titolarità della riserva aurea di Bankitalia. Sul fronte imprese arrivano l’iperammortamento triennale, la Zes, la rimodulazione del Pnrr e il credito d’imposta per gli investimenti effettuati entro il 2025. Novità anche sulla destinazione del Tfr ai fondi pensione per i neo assunti a partire dalla metà del prossimo anno.
Per i nuclei familiari residenti nei comuni capoluogo delle 14 Città Metropolitane viene innalzata a 200mila euro la soglia massima per l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’Isee. Le città interessate sono Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina, Palermo e Sassari. Lo stabilisce un emendamento approvato in commissione Bilancio al Senato.
Il testo varato dal Consiglio dei ministri a ottobre aveva già previsto di elevare la soglia generale da 52.500 euro a 91.500 euro. Nel corso dell’iter in commissione è stata aggiunta questa modifica in favore degli abitanti dei grandi comuni, dove il costo degli immobili è più elevato. La franchigia aumenta di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Le maggiorazioni della scala di equivalenza sono rideterminate in 0,1 per nuclei con due figli, 0,25 con tre figli, 0,40 con quattro figli e 0,55 con almeno cinque figli.
Viene escluso il pagamento da parte dei datori di lavoro di differenze retributive o contributive per il periodo precedente alla data del deposito di un ricorso introduttivo del giudizio da parte di un lavoratore. La condizione è che il contratto collettivo oggetto di disapplicazione si riferisca comunque al settore economico previsto e che si faccia riferimento ai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Lo prevede una modifica apportata alla manovra durante l’iter in commissione al Senato. Il testo dispone che si valuti l’opportunità di chiarire, in relazione all’orientamento giurisprudenziale in materia, la portata giuridica di tali riferimenti.
La misura chiave della manovra vale circa 3 miliardi di euro. Il taglio dell’Irpef per il ceto medio prevede la riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro e la rimodulazione delle detrazioni sopra i 200mila euro. L’impatto in busta paga oscillerà tra 34 e 440 euro annui. Spazio anche alla flat tax innalzata a 300mila euro per i contribuenti che rientrano in Italia dall’estero.
Si tratta del provvedimento più consistente contenuto nel disegno di legge di bilancio, destinato a interessare milioni di lavoratori dipendenti e autonomi. La riduzione di due punti percentuali dell’aliquota intermedia rappresenta un alleggerimento significativo del carico fiscale per la fascia di reddito che più ha risentito della pressione tributaria negli ultimi anni.
I carichi fiscali affidati all’agente della riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023 potranno essere estinti con 54 rate bimestrali da minimo 100 euro lungo nove anni, con il tasso di interesse al 3%. L’adesione dovrà avvenire entro aprile del prossimo anno e il primo pagamento scatterà da luglio 2026. Secondo la relazione tecnica la misura potrebbe generare un gettito complessivo di 9 miliardi di euro nel periodo 2026-2036.
Il contribuente decade dal beneficio se omette il versamento di due rate, anche non consecutive. La rottamazione rappresenta un’opportunità per i contribuenti in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco attraverso un piano dilazionato particolarmente lungo.
Dal 2027 servirà un mese in più per andare in pensione con l’età che salirà a 67 anni e un mese, in conseguenza dell’adeguamento all’aspettativa di vita. L’assegno delle pensioni minime aumenterà di 20 euro al mese. Viene posticipato al 2028 l’aumento di un mese per maturare i requisiti per il pensionamento dei componenti delle forze dell’ordine e della difesa: si aggiungerà un ulteriore mese dal 2029 e un altro ancora dal 2030.
Previsto il silenzio-assenso per l’adesione alla previdenza complementare, con facoltà di rinuncia entro 60 giorni, per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione. Viene ampliata la platea delle imprese del settore privato tenute al versamento del contributo per il Tfr e di adesione alla previdenza complementare: dal primo gennaio 2026 vengono inclusi anche i datori di lavoro che, successivamente all’avvio dell’attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dei 50 dipendenti. Dal 2032 è prevista l’estensione dell’obbligo per le aziende con almeno 40 dipendenti.
Arriva una stretta sulla possibilità di anticipo della pensione tramite il cumulo di importi derivanti da previdenza complementare. Scatta anche un ulteriore taglio al limite di spesa per il riconoscimento del trattamento pensionistico anticipato per i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno almeno 12 mesi di contributi maturati prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Le misure confermano l’orientamento restrittivo del governo sulle uscite anticipate dal mondo del lavoro, nel tentativo di contenere la spesa previdenziale e garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo periodo.
Estensione dell’iperammortamento per le imprese fino al 2028. Rimodulazione del Pnrr e anticipo al 2028 della ritenuta d’acconto per le aziende. Viene istituito un fondo da 1,3 miliardi di euro per il 2026 prevedendo che le risorse possano essere assegnate, limitatamente agli investimenti effettuati prima del 31 dicembre 2025, all’incremento dei limiti di spesa previsti per il credito di imposta da usufruire in compensazione nel 2026. Vengono incrementate le aliquote relative alla Zes unica per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura. Per le locazioni con finalità turistica l’aliquota della cedolare secca sulla prima casa resta al 21%, sulla seconda al 26%, dalla terza diventa reddito d’impresa.
Viene disposto il rifinanziamento degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina, alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nel 2025 in conto residui dal 2024.
La manovra prevede un incremento delle risorse nel 2032 e 2033 in modo da lasciare inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate. L’opera rimane al centro del dibattito politico e infrastrutturale, con il governo che conferma la volontà di portare avanti il progetto nonostante le polemiche e le perplessità espresse da diverse forze politiche e da parte del mondo tecnico.
Un emendamento di Fratelli d’Italia, poi riformulato dal governo, ha stabilito che, fermo restando quanto previsto dai trattati europei, “le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al Popolo Italiano”. L’Italia detiene la quarta riserva di oro al mondo, 2.452 tonnellate.
La Bce ha espresso due pareri contenenti perplessità sul testo sottolineando che non se ne comprendeva la finalità. La ricerca di una sintesi ha reso necessario un incontro chiarificatore tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente della Bce Christine Lagarde. La norma ha suscitato dibattiti sull’indipendenza della banca centrale e sulle implicazioni giuridiche della formulazione adottata.
Banche e assicurazioni contribuiscono alla manovra per circa 11 miliardi per il prossimo triennio. Dal primo gennaio 2026 l’aliquota sulla polizza Rc auto sale al 12,5% per gli infortuni del conducente e di rischio di assistenza stradale. Viene introdotto anche un meccanismo di versamento, entro il 16 novembre di ogni anno, di un acconto pari all’85% del contributo sui premi delle assicurazioni dovuto per l’anno precedente.
Per le banche viene previsto un aumento dell’Irap di 2 punti percentuali tra 2026 e 2028 e una tassazione sulle riserve patrimoniali accantonate. Vengono esclusi i soggetti con minore base imponibile con l’introduzione di una franchigia di 90mila euro applicabile sulla maggiore imposta dovuta solo per i periodi d’imposta 2027 e 2028.
Viene estesa ai 14 anni, prima era 12, l’età del figlio per fruire del congedo facoltativo. Raddoppiano i giorni a disposizione per malattia dei figli: da 5 a 10 all’anno. Viene potenziata la retribuzione all’80% per i primi tre mesi. Le misure rappresentano un passo avanti nel sostegno alla genitorialità e nella conciliazione tra vita lavorativa e familiare, obiettivo dichiarato del governo per favorire la natalità e sostenere le famiglie con figli.
Viene introdotta una tassa di due euro sui piccoli pacchi provenienti da Paesi extra Ue del valore massimo di 150 euro. Contemporaneamente a livello europeo è stata varata una misura analoga da 3 euro, nell’ottica di contrastare il fast fashion proveniente soprattutto dalla Cina. La norma mira a riequilibrare la concorrenza tra il commercio elettronico internazionale e i negozi tradizionali, colpiti dalla concorrenza delle piattaforme asiatiche che offrono prodotti a prezzi molto bassi grazie anche all’assenza di dazi doganali significativi.
Arriva un bonus libri da 20 milioni di euro per le famiglie con Isee fino a 30mila euro assegnato tramite i Comuni. Introdotto anche un contributo fino a 1.500 euro per le famiglie, sempre con Isee entro i 30mila euro, che hanno figli che frequentano le scuole medie o il primo biennio delle superiori. Le misure si inseriscono nel quadro del sostegno alle famiglie per le spese scolastiche, particolarmente gravose per chi ha figli in età scolare. Il bonus libri verrà erogato attraverso i Comuni che gestiranno le domande e la distribuzione dei fondi secondo criteri stabiliti dalla normativa nazionale.