Marò, udienza all’Aja su Girone: “Presupposti per il rientro. Non può essere usato come garanzia”
4 ANNI DI CHIACCHIERE Le motivazioni dell’ambasciatore Francesco Azzarello. Nel pomeriggio toccherà alla parte indiana. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane

Salvatore Girone “è costretto a vivere a migliaia di chilometri dalla sua famiglia, con due figli ancora piccoli, privato della sua libertà e dei suoi diritti. Il danno ai suoi diritti riguarda l’Italia, che subisce un pregiudizio grave e irreversibile dal protrarsi della sua detenzione, e dell’esercizio della giurisdizione su un organo dello Stato italiano”. Azzarello ha ricordato che i marò godono dell’immunità. L’India tuttavia “non ha rispettato nemmeno il principio basilare del giusto processo” e cioè quello di “formulare un capo d’accusa”. Oggi si è infatti aperta la prima giornata di udienza davanti al Tribunale arbitrale internazionale sulla richiesta italiana di far rientrare in patria il marò Salvatore Girone, tuttora trattenuto in India, per tutta la durata del procedimento arbitrale sulla giurisdizione della vicenda che vede lo stesso Girone e Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. L’udienza è stata aperta dal presidente del Tribunale arbitrale, il russo Vladimir Golitsyn. Poi la parola per l’Italia l’agente del governo italiano, ambasciatore Francesco Azzarello. Nel pomeriggio toccherà alla parte indiana. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane.
