Stato-mafia, tutto pronto per l’audizione di Napolitano al Quirinale

Stato-mafia, tutto pronto per l’audizione di Napolitano al Quirinale
26 ottobre 2014

Il processo più discusso e popolare d’Italia, quello sulla “trattativa” tra Stato e mafia nel biennio ’92-’94, che a Palermo mira a dare un nome e un volto ai responsabili di uno dei periodi più neri della storia della Repubblica italiana, martedì prossimo varcherà le porte del Quirinale per raccogliere la testimonianza del presidente Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato riceverà tra i saloni del Colle la Corte d’Assise di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, i pm e i legali degli imputati (Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà, Giovanni Brusca, Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri, Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno e Massimo Ciancimino), per riferire loro di quanto sia a conoscenza, non solo relativamente alla lettera del luglio 2012 del giurista Loris D’Ambrosio (morto un mese dopo stroncato da un infarto), in cui il consigliere giuridico del Quirinale confessava di temere di essere stato “strumento di indicibili accordi”; ma anche di eventi relativi alla caldissima estate del 1993. Se, in pieno clima stragista, egli sia stato a conoscenza, e dunque sottoposto a maggior tutela, di un possibile specifico progetto d’attentato di tipo mafioso nei suoi confronti.

La deposizione di Napolitano rappresenta il momento d’incontro, il faccia a faccia, di due istituzioni, la Presidenza della Repubblica e la Procura di Palermo, tra le quali negli ultimi anni si è assistito a duri momenti di “frizione”, cominciati con l’intercettazione da parte dei magistrati palermitani delle telefonate tra il presidente della Repubblica e Nicola Mancino, successivamente distrutte, in cui l’ex ministro dell’Interno chiedeva al capo dello Stato l’intercessione per un eventuale “coordinamento” tra le procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta che indagavano sulla trattativa. O ancora il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale contro la Procura di Palermo.

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L’audizione di Napolitano, sopratutto alla luce dell’ampliamento del capitolato di prova ottenuto dall’avvocato di Totò Riina, Luca Cianferoni, come sottolineato dalla Corte d’Assise di Palermo, potrà avvenire solamente se il capo dello Stato confermerà la propria disponibilità: un margine di possibilità che rischia di far saltare l’audizione del presidente della Repubblica, e che comporterebbe certamente inevitabili strascichi polemici per un processo che gode di una mediaticità unica. Fatta salva, al momento, la deposizione di Napolitano, l’udienza al Colle si terrà martedì a partire dalle 10, nelle modalità comunicate ufficialmente dal Quirinale. L’accesso delle parti dovrà avvenire “inderogabilmente” martedì mattina tra le 9.15 e le 9.40.

A nessuno sarà consentito di entrare con apparecchi cellulari, computer e più in generale strumenti di registrazione di quanto avviene nell’udienza. La deposizione, comunque, verrà registrata e trascritta per essere messa a disposizione della Corte. E mentre i pubblici ministeri, per ragioni di sicurezza, potranno entrare con le auto fino al Colle, per le parti private sarà possibile accedere a piedi, entrando dal portone principale che dà sulla piazza del Quirinale.

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