Med 2022, Meloni: non c’è futuro senza libertà di giovani e donne

Med 2022, Meloni: non c’è futuro senza libertà di giovani e donne
Giorgia Meloni
3 dicembre 2022

“Dialogare sulle sfide del Mediterraneo è un’occasione di confronto preziosa e irrinunciabile. Poterlo fare qui a Roma, nel cuore del bacino dove Europa, Africa e Asia si incontrano, per noi è un motivo di orgoglio ma, al contempo, la presa in carico di una grande responsabilità”. In quella che è sembrata un’introduzione di maniera all’intervento che ha chiuso l’VII edizione dei Mediterranean Dialogues, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questa responsabilità, in realtà, se l’è assunta. Denunciando, in modo assai chiaro, il mancato rispetto dei diritti umani, e in particolare di quelli di giovani e donne, che a suo giudizio impediscono a molti Paesi dell’area mediterranea un pieno e armonico sviluppo, anche economico.

Il problema dei flussi migratori è ovviamente in cima alla lista delle sfide nel Mediterraneo. “Le migrazioni – ha detto Meloni – sono un fenomeno strutturale e globale. E quindi – ha sottolineato Meloni – ci vuole più Europa sul ‘fronte Sud’, come l’Italia rivendica da tempo e come ha rivendicato particolarmente negli ultimi tempi. Perché da soli non possiamo gestire un flusso che ha assunto oramai dimensioni ingestibili”. Per questo “occorre che l’Europa realizzi con urgenza un quadro di collaborazione multilaterale basato su flussi legali e su un’incisiva azione di prevenzione di contrasto di flussi irregolari, che deve prevedere anche un tassello indispensabile che è quello della europeizzazione della gestione dei rimpatri”. Secondo Meloni “di fronte a un fenomeno di tale portata è necessario un impegno serio e concreto da parte di tutti. Un impegno comune, degli Stati dell’Ue da una parte, e degli Stati della sponda Sud del Mediterraneo dall’altra. Per questo noi chiediamo – ha sottolineato – che l’Ue rilanci una effettiva attuazione degli impegni presi da troppo tempo attraverso una cooperazione migratoria con i nostri partner dell’Africa e del Mediterraneo, che devono essere maggiormente coinvolti nella prevenzione e nel contrasto al traffico di esseri umani”.

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La premier si è poi soffermata sulle sfide, che possono diventare opportunità, come quelle legate all’approvvigionamento energetico. “L’Italia è e può essere molto di più cerniera e ponte energetico naturale tra il Mediterraneo e l’Europa. È una delle grandi sfide strategiche che questo governo vorrebbe portare avanti e su cui stiamo lavorando in virtù di una posizione geografica particolare, delle sue infrastrutture, della sua proiezione cooperativa e del prezioso contributo delle proprie imprese. Vantiamo – ha spiegato Meloni – una ricca diversificazione sia di rotte, gasdotti ed elettrodotti, che di fonti. Fattore che, adesso più che mai, rappresenta un valore cruciale per la comune sicurezza, per la resilienza energetica e lo sviluppo di relazioni sempre più strette”. Ma è sul tema dei diritti umani, e in particolare sul riconoscimento della parità tra uomini e donne, che dalla premier sono arrivate le affermazioni più nette e, forse inaspettate. “In un’area così complessa e sottoposta a sfide continue e a continui cambiamenti come quella mediterranea – ha suggerito Meloni – le donne e i giovani possono svolgere un ruolo fondamentale nella costruzione di società più coese e resilienti. È necessario consentire loro di mettere a frutto la loro visione e le loro energie, rendendoli protagonisti del loro futuro e di quello delle rispettive società, garantendo in pieno i loro diritti e lottando contro ogni forma di violenza e discriminazione”.

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“Non possiamo fingere di non vedere – ha sottolineato la premier – quanto sta succedendo in questi mesi alle donne e ai giovani che manifestano in Iran. Erodere spazi di libertà o impedire a donne e ragazze di accedere al lavoro e all’istruzione, e qui penso soprattutto all’Afghanistan, significa porre un’ipoteca sul futuro di quei Paesi. Non c’è avvenire senza il riconoscimento delle libertà fondamentali e senza la garanzia della pari dignità fra tutti gli esseri umani”. E qui Meloni ha denunciato in modo chiarissimo le storture che questi mancati riconoscimenti creano: “Nel Mediterraneo meridionale e orientale, dove il 40% della popolazione ha meno di 25 anni, la disoccupazione giovanile è tra le più alte al mondo da oltre due decenni, nonostante gli alti livelli di istruzione dei giovani. Quanto alle donne, non vi può essere sviluppo senza che possano diventare protagoniste della loro società. Questo – ha esortato la premier – richiede creazione di posti di lavoro e la promozione di un ecosistema locale favorevole all’imprenditorialità giovanile e femminile, così come alla partecipazione alla vita pubblica delle società di appartenenza”.

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