Meloni vede Nordio per superare polemiche, ma la Lega rilancia

Meloni vede Nordio per superare polemiche, ma la Lega rilancia
Giorgia Meloni
27 gennaio 2023

Il segnale sta nelle due foto inviate da Palazzo Chigi: in una Giorgia Meloni e Carlo Nordio si stringono calorosamente la mano, nell’altra lavorano fianco a fianco alla scrivania. Dopo una settimana di polemiche seguite alle dichiarazioni del Guardasigilli sulle intercettazioni, Meloni ha ricevuto Nordio a Palazzo Chigi: un modo per cercare di fermare i malumori che attraversano la maggioranza. Se Forza Italia, infatti, dà pieno sostegno al ministro, la Lega non vuole che ci sia un muro contro muro con la magistratura (a maggior ragione dopo l’elezione di Fabio Pinelli, vicino al Carroccio, come vicepresidente del Csm). Ma anche in Fratelli d’Italia le parole di Nordio hanno creato un qualche imbarazzo, per il timore di un contrasto con le toghe.

Per questo domenica scorsa Meloni era stata costretta a confermare la sua “piena fiducia” nel ministro, concetto ribadito poi lunedì parlando con i giornalisti ad Algeri. “Mi sono battuta perché ci potesse essere lui a via Arenula, c’è un rapporto assolutamente ottimo”, aveva detto. Quanto alle intercettazioni, il messaggio era stato chiaro “è necessario mettere mano alle cose che non funzionano” ma “quando si affrontano queste materie credo che non ci si debba scontrare”. Il messaggio fatto filtrare è stato: limitare le esternazioni, moderare i toni, evitare gli scontri. Messaggio forse recepito, tanto che questa mattina, intervenendo all’apertura dell’anno giudiziario, il Guardasigilli ha usato parole concilianti.

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Nella convinzione che l’autonomia e l’indipendenza della magistratura costituiscono “un pilastro della nostra democrazia”, ha assicurato che “ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia, e alla magistratura”. Dopo i messaggi “pubblici” e i contatti telefonici, comunque, è arrivato il faccia a faccia tra Meloni e Nordio, durato circa tre ore, presenti anche il sottosegretario alla Giustizia di Fdi Andrea Delmastro e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano. Meloni aveva chiesto un “cronoprogramma” delle riforme e sul tavolo sono stati messi i temi che devono essere affrontati. L’obiettivo, secondo quanto filtra da fonti di governo, è quello di una “riforma complessiva” della giustizia perché sia più vicina ai cittadini, garantisca certezza del diritto e certezza della pena.

Avanti dunque con l'”epocale” separazione delle carriere, per una giustizia “più liberale”. E sì anche a un intervento contro l’uso “distorto” delle intercettazioni: “non è in discussione lo strumento” ma occorre spezzare il “meccanismo perverso” che ha portato a “campagne sommarie” e “processo mediatici”. Meloni, riferiscono le fonti, ha indicato come una “priorità” un “deciso e radicale cambio di passo” nel fronteggiare la criminalità diffusa e ricordato la necessità di un “grande piano carcerario” per garantire la certezza della pena. Da parte sua, viene spiegato, Nordio ha ricordato il tema della “paura della firma”, fenomeno diffuso tra gli amministratori. Per questo serve una complessiva revisione dei reati contro la Pubblica amministrazione, che consenta agli amministratori di operare con “serenità” sapendo prima se un loro comportamento è lecito o illecito.

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Alla fine l’immagine che viene data è quella di un governo compatto sul tema della giustizia. “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”, ha scritto Meloni su Twitter. Problemi risolti quindi? E’ tutto da vedere, e l’accelerazione della Lega, che proprio oggi ha presentato una proposta di legge per la separazione delle carriere dei magistrati (cosa che aveva fatto ieri anche Forza Italia), non può non essere un nuovo campanello d’allarme.

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