In migliaia pronti a “invadere” l’Italia

In migliaia pronti a “invadere” l’Italia
13 aprile 2016

Col fiato sospeso. Ci si chiede dove e quando ripartirà l’onda dei migranti ora che i Balcani sono chiusi. Magari più a Ovest, magari dalla Libia. Il problema immigrazione preoccupa l’Europa e, ora che la rotta greca è bloccata, sotto i riflettori resta l’Italia da sempre ponte tra Occidente e Mediterraneo. L’ipotesi che il Bel Paese diventi l’approdo per migliaia di migranti fa paura. Sarebbe un’invasione difficile da gestire, qualcosa da evitare a ogni costo. Durante la plenaria del Parlamento Europeo, a Strasburgo, interviene su questo tema il polacco Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, che spiega: “Dopo la soluzione sul fronte della rotta balcanica sappiamo che si potrebbe riaprire quello del Mediterraneo centrale. Siamo pronti a dimostrare solidarietà a Italia e Malta”. Ma, aggiunge, “il problema non si può affrontare come accaduto in Grecia, prima di tutto perché la Libia non è la Turchia”. Poi si sofferma sull’altro argomento al centro del dibattito di questa mattina: l’accordo per il rinvio di migranti e richiedenti asilo dalle isole greche verso Ankara, raggiunto il 18 marzo a Bruxelles. E ancora. “Senza questo accordo sarebbe crollato Schengen”, sottolinea Tusk. “L’intesa esclude le espulsioni di massa. Sono consapevole dei tanti dubbi etici e legali, ma questi dubbi svaniranno se verrà applicato tutto l’accordo nei suoi dettagli”. L’accordo con la Turchia è stato fatto “per evitare l’orrendo traffico di esseri umani” che pagano cifre enormi alle organizzazioni criminali per attraversare il mare e arrivare in Europa. Su questo si sofferma anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker: “In tanti si chiedono se la Turchia sia un partner affidabile. Credo che la cooperazione apra opportunità al dialogo”.

Riportando al centro del discorso l’Italia non si può non parlare di quanto sta accadendo al Brennero, dove l’Austria lavora alla costruzione di una barriera anti immigrati. Si tratta di un muro preventivo, dato che al momento non esiste alcuna emergenza lungo la frontiera. La barriera poggia essenzialmente su questo dato reso noto alcuni giorni fa dal ministro dell’Interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner: “Il numero dei migranti che attraverso il Mediterraneo raggiungono l’Italia potrebbe raddoppiare dai 150mila dello scorso anno a 300mila”. Meglio chiudere le porte e anticipare la marea umana. Scoraggiare chi fugge dalla Libia e, magari, evitare un altro campo di emergenza e tensioni come invece è accaduto in Grecia. “In Libia ci sono un milione di potenziali migranti”, avverte il generale Paolo Serra, consigliere militare dell’inviato speciale Onu a Tripoli, Martin Kobler.

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In mattinata anche l’annuncio di Papa Francesco che già da tempo aveva reso noto il suo viaggio sull’isola di Lesbo. Parla mentre a Strasburgo c’è la plenaria. “Sabato prossimo mi recherò a Lesbo dove nei mesi scorsi sono transitati moltissimi profughi”. Francesco comunica ai 30 mila fedeli di piazza San Pietro la visita si svolgerà insieme al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene Hieronymos. L’obiettivo è esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco tanto generoso nell’accoglienza”. Rivolgendosi ai pellegrini di piazza San Pietro per l’udienza generale ha quindi chiesto di essere “accompagnato e sostenuto con la preghiera invocando la luce e la forza dello Sprito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria”.

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