Militari israeliani sparano durante missione diplomatica: coinvolto anche un funzionario italiano
È accaduto tutto in pochi istanti, ma le conseguenze potrebbero farsi sentire a lungo. Una delegazione diplomatica internazionale in visita a Jenin, in Cisgiordania, è stata fatta oggetto di colpi di arma da fuoco sparati in aria dalle forze armate israeliane (IDF). L’episodio ha generato momenti di forte panico tra i presenti, tra cui 25 tra ambasciatori e rappresentanti consolari. Tra loro anche Alessandro Tutino, viceconsole italiano a Gerusalemme, rimasto illeso.
La missione aveva lo scopo di osservare le condizioni umanitarie nel campo profughi di Jenin, una delle aree più sensibili della regione. Doveva trattarsi di una visita istituzionale e pacifica, ma si è trasformata in un grave incidente diplomatico.
L’Italia si muove
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha immediatamente contattato il viceconsole italiano e successivamente ha convocato l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, alla Farnesina per chiarimenti ufficiali. La decisione è stata condivisa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, ha espresso “ferma protesta” per l’accaduto, definendo “inaccettabile che una delegazione civile venga allontanata con colpi d’arma da fuoco”.
La versione delle Idf
Le IDF hanno affermato che la delegazione si sarebbe allontanata dal percorso previsto, entrando in una zona non autorizzata. I soldati avrebbero dunque sparato colpi in aria a scopo di deterrenza.
Le forze israeliane hanno annunciato che informeranno personalmente i diplomatici coinvolti nei prossimi giorni con i risultati di un’indagine preliminare.
Palestina: “Violazione grave del diritto internazionale”
Il ministero degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese ha definito l’episodio un “atto deliberato e illecito”, denunciando una violazione del diritto internazionale. Ha inoltre chiesto protezione internazionale per i diplomatici e per la popolazione civile palestinese.
Video pubblicati online mostrano il momento in cui i diplomatici fuggono mentre si sentono chiaramente spari provenienti dall’interno del campo profughi.
Diplomazia sotto attacco?
L’incidente si inserisce in un contesto già drammatico, segnato dalla crisi nella Striscia di Gaza e dalla crescente tensione in Cisgiordania. Il coinvolgimento di rappresentanti di oltre 20 Paesi, tra cui Francia, Regno Unito, Russia, Cina, India, Brasile e altri, rende l’episodio ancora più rilevante.
Il rischio, ora, è che questo incidente possa incrinare i rapporti tra Israele e la comunità diplomatica internazionale. Le indagini israeliane sono ancora in corso, ma l’episodio di Jenin ha già avuto un impatto forte sul piano politico. L’Italia ha alzato la voce, ma non è sola. Nei prossimi giorni si attendono prese di posizione anche da altri governi.
Resta un fatto: i colpi sparati dalle IDF hanno colpito soprattutto il delicato equilibrio diplomatico nella regione. E a pagarne il prezzo, ancora una volta, sono la popolazione civile e chi cerca di testimoniare la loro condizione.
