Morto Fidel Castro, ha diviso l’opinione pubblica mondiale: fu eroe o dittatore?

Morto Fidel Castro, ha diviso l’opinione pubblica mondiale: fu eroe o dittatore?
26 novembre 2016

Uno dei grandi protagonisti del XX secolo se n’è andato oggi. Fidel Castro, il Leader Maximo della rivoluzione cubana è morto all’età di 90 anni, suscitando il cordoglio nei suoi estimatori e la gioia dei suoi detrattori, come accade con le grandi personalità che dividono l’opinione pubblica mondiale. E’ stato uno dei leader che ha governato più a lungo la sua nazione, una personalità debordante ma anche un leader autoritario. E’ sopravvissuto a 11 amministrazioni Usa e a centinaia di tentativi di uccisione. Dal 1959, quando assunse il potere, al 2009, quando lo lasciò dopo un’operazione all’intestino, ha dominato la politica cubana e si è presentato come un riconosciuto leader e modello delle lotte anti-imperialiste globali. Per i suoi sostenitori è stato il baluardo della rivoluzione, un eroe che ha protetto il popolo contro il dominio capitalista e l’imperialismo americano. Per gli oppositori, a partire dalle migliaia di cubani in esilio negli Usa, è stato un tiranno comunista crudele. Raul Castro, fratello minore e suo successore alla presidenza, ha annunciato alla televisione nazionale poco dopo la mezzanotte di venerdì (6 in Italia) il decesso di Fidel. “Il comandante in capo della rivoluzione cubana è morto alle 22.29 questa sera”, ha detto con voce solenne. Non ha fornito notizie sulle cause della morte e ha annunciato che sarà cremato sabato mattina.

Il governo ha decretato nove giorni di lutto. Da oggi al 4 dicembre “le attività pubbliche e gli spettacoli si fermeranno, la bandiera nazionale sarà messa a mezz’asta sugli edifici pubblici e sulle istallazioni militari”, si legge in un comunicato dell’esecutivo. Le ceneri di Fidel Castro saranno seppellite nella città sudorientale di Santiago de Cuba il 4 dicembre, dopo una processione che durerà 4 giorni attraverso il paese, per dare modo ai cubani di salutare per l’ultima volta il Leader Maximo. La morte di Castro ha provocato forti e difformi reazioni dai leader mondiali. “Il nome di questo grande statista è gisutamente considerato il simbolo di un’era nella storia moderna del mondo”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un telegramma a Raul Castro. L’ultimo leader dell’Unione sovietica Mikhail Gorbaciov ha affermato che il Fidel ha lasciato “un segno profondo nella storia dell’umanità”. Il presidente cinese Xi Jinping ha detto che “il compagno Castro vivrà per sempre” in un messaggio alla televisione. Castro, ha continuato , è stato “un grande uomo del nostro tempo. La storia e il popolo lo ricorderanno”. Il numero uno francese François Hollande ha detto che Castro “ha rappresentato, per i cubani, l’orgoglio nel respingere la dominazione esterna”. Il leader venezuelano Nicolar Maduro, considerato il principale alleato di Cuba nell’America latina, ha twittato: “Sta a noi raccoglier ela sue eredità e portare la bandiera dell’indipendenza”.

Leggi anche:
Putin nazionalizza le filiali russe di Ariston e Bosch

Visibilmente commosso il campione di calcio Diego Armando Maradona che ha parlato di Fidel come “un secondo padre” e ha annunciato che si recherà a Cuba per salutare l’uomo che lo incoraggiò a disintossicarsi e del quale ha tatuato il volto su un braccio, assieme a quello di Che Guevara (foto dx, con Fidel). Ambivalenti le reazioni provenienti dagli Stati uniti. Mentre il presidente uscente Barack Obama, protagonista del disgelo con Cuba, ha espresso “amicizia” al popolo cubano e, di Fidel, ha detto che il suo enorme apporto verrà giudicato dalla storia, il presidente eletto Donald Trump ha definito Fidel un “dittatore brutale che ha oppresso il suo popolo” e ha auspicato che la sua morte aiuti i cubani a ottenere la “libertà”. Nelle strade di Miami, dove vivono molti degli esuli da Cuba e da dove furono ordine molte delle manovre per cercare di uccidere il Leader Maximo, si sono riversati cubani con bandiere che hanno danzato e festeggiato. “E’ triste provare gioia per la morte di una persona, ma quella persona non sarebbe mai dovuta nascere” ha commentato Pablo Arencibia, 67 anni, un docente che lasciò Cuba 20 anni fa. “Satana è quello che ora si deve preoccupare”, ha continuato. “Fidel è diretto lì e cercherà di rubargli il posto”. Opposta la reazione per le strade della capitale cubana, L’Avana. “Perdere Fidel è come perdere un padre, la guida, il faro della sua rivoluzione”, ha commentato Michel Rodriguez, un panettiere 42enne. Castro, se da un lato a represso ogni opposizione, dall’altro ha fornito sistemi sanitario e educativo gratuito e universale.

Leggi anche:
Giovani Alfieri della Repubblica, 29 storie di solidarietà e altruismo

Con la sua lunga barba, il sigaro perennemente in bocca, Fidel Castro andò al potere a 32 anni, a capo di una rivoluzione che rovesciò la brutale dittatura di Fulgencio Batista. “Queando questa guerra sarà finita, inizierà una più lunga: la guerra che dovrò combattere contro di loro”, disse nel 1958 Fidel, facendo riferimento agli Stati uniti. “Quello – continuò – sarà il mio vero destino”. Fedele allo slogan “socialismo o morte”, Castro ha mantenuto la sua fede nel marxismo-leninismo, che con lui assunse particolari coloriture latine e nazionaliste, fino alla fine dei suoi giorni. Cercarono di assassinarlo almeno 600 volte, secondo i suoi collaboratori. Tra i tentativi più noti e grotteschi, il disastroso sbarco sostenuto dagli Usa nella Baia dei Porci del 1961. “Se sono considerato un mito, gli Stati uniti ne hanno il merito” disse nel 1988. Fidel fu uno dei protagonisti nel 1962 di una delle crisi più pericolose della guerra fredda, la crisi dei missili cubani, che portò il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Stati uniti, allora guidati da John F. Kennedy, e Unione sovietica, il cui leader era all’epoca Nikita Krusciov. Nato nel 1926, Fidel proveniva da una famiglia di ricchi immigrati spagnoli da parte di padre, e da una madre cubana di umili origini.

Da piccolo pare fosse intelligente e bravo a baseball, sport nazionale cubano. Per reagire alla dittatura di Batista, che prese il potere nel 1952 e godette del sostegno Usa, formò un gruppo guerrigliero. Dopo una sollevazione fallita nel ’53, fu processato. In quell’occasione, sfidò il regime dicendo: “La storia mi assolverà”. Dopo due anni di prigione, Castro andò in esilio in Messico e lì organizzò i suoi seguaci. Il 2 dicembre 1956 i ribelli raggiunsero Cuba sudoccidentale sullo yacht Granma. Venticinque mesi dopo, la rivoluzione riuscì a rovesciare Batista e Castro divenne primo ministro. Tra i simboli di quella rivoluzione il guerrigliero argentino Ernesto “Che” Guevara. I decenni seguenti furono caratterizzati dallo scontro con gli Usa. Castro tenne Cuba sotto l’ala protettiva dell’Urss, che finanziò il suo regime fino al 1989. Con la fine dell’Unione sovietica, però, l’economia cubana crollò. Fidel cedette le leve del potere al fratello minore Raul, che ha 85 anni, a luglio 2006. Castro si è sposato tre volte e ha avuto otto figli. L’ultima apparizione pubblica risale al 13 agosto, in occasione del suo 90mo compleanno. (con fonte Afp)

Leggi anche:
Giovani Alfieri della Repubblica, 29 storie di solidarietà e altruismo
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti