“Niente arresto per giovani scafisti”. Nel mirino delle Procure le Ong, Germania ne detiene di più

“Niente arresto per giovani scafisti”. Nel mirino delle Procure le Ong, Germania ne detiene di più
23 marzo 2017

Fiumi di denaro, tratte di ragazze minorenni, organizzazioni mafiose nel business dell’accoglienza per non parlare dei giovani scafisti non più perseguibili. Benvenuti nel mondo dei migranti. Un universo costellato da tanti buchi neri e che è stato riportato alla luce dal procuratore di Catania, durante la sua audizione a davanti al Comitato Schengen. Carmelo (foto) ha acceso soprattutto i riflettori sulle Organizzazioni non governative. “La mia procura, quelle di Palermo e di Cagliari stanno svolgendo attivita’ conoscitive sulla proliferazione delle Ong e sulla loro attività”, ha detto il procuratore. E per dare una dimensione al fenomeno, ha evidenziato che negli ultimi quattro mesi del 2016, “il 30% dei salvataggi con approdi a Catania e’ stato effettuato da Ong”, percentuale che “nei primi mesi del 2017 e’ salita ad almeno il 50%”. Tuttavia, “accanto a questo dato emerge che il numero dei morti non e’ diminuito”. Come dire, più aiuti più vittime? Dalle indagini emerge anche che il Paese europeo che ha generato più Ong è la Germania a cui ne fanno capo cinque con sei navi, tra cui le due di Sos Mediterranee. Costi mensili o giornalieri “elevati”. ‘Aquarius’ di Sos Mediterranee, a esempio, ha un costo di 11.000 euro al giorno.

Il Moas di Christopher e Regina Catrambone, Ong con sede a Malta, “ha costi per 400.000 euro mensili” e ha due navi Phoenix, battente bandiera del Belize, e Topaz con bandiera delle Isole Marshall. “Crea sospetti – ha aggiunto il magistrato – anche questo dato dei Paesi che danno bandiera alle navi”. A questo punto, per , ci si deve porre il problema di dove venga il denaro per sostenere “costi cosi’ elevati e quali siano le fonti di finanziamento”. E questo, “sara’ compito della successiva fase conoscitiva e faremo verifiche ulteriori sulle Ong che portano migranti nel nostro distretto”. C’è anche il capitolo terrorismo. Sempre parla di “fenomeni di radicalizzazione al terrorismo registrati in un momento successivo all’ingresso in Italia da parte dei migranti”. Una cartina tornasole è la popolazione carceraria. “Ci giungono segnalazioni molto concrete di fenomeni di reclutamento, di radicalizzazione – dice ancora – che vedono come promotori alcuni dei migranti che sono stati arrestati per avere commesso degli illeciti e che a loro volta tentano di fare proselitismo nelle carceri”. Come dire che “non si possono escludere organizzazioni che siano collegate con il mondo del terrorismo”. Altra incoerente questione è quella dei giovani scafisti costretti dalle organizzazioni criminali a fare da ‘driver’ a natanti carichi di migranti e che se agiscono sotto stato di necessita’, per loro non e’ configurabile il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Leggi anche:
Ipotesi Alta Corte per giudicare le toghe, accordo su separazione carriere

In sintesi, è la nuova linea della Procura di Catania, contenuta in una circolare proprio a firma , illustrata dallo stesso magistrato davanti al Comitato Schengen e che fa seguito anche a pronunce e scarcerazioni del Tribunale del riesame. Insomma, al danno e la beffa. Il dossier sulle Organizzazioni non governative è il più corposo e sul quale s’è particolarmente soffermato. “Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di Ong provoca all’attivita’ di contrasto degli organizzatori del traffico di migranti – ha denunciato il procuratore di Catania -. A questo punto neppure ai facilitatori, a questo livello medio-basso, possiamo arrivare, perche’ le Ong hanno fatto venire meno queste esigenze. In un solo caso e’ avvenuto: per un evento atipico, una ‘clientela’ privilegiata di siriani che aveva pagato per un trasporto in condizioni migliori su un barcone che ospitava un numero minore di migranti; a quel barcone si affiancava una unita’ navale di facilitatori che e’ andata in avaria e questo ha permesso di intercettarla. Per il resto ormai e’ difficile fermare i facilitatori e piu’ complicato costruire un percorso investigativo piu’ efficace”. Per c’e’ poi da capire “se da parte delle Ong ci sia la doverosa collaborazione con le autorita’ giudiziarie. Laddove verificassimo che non c’e’ interverremo”. Di certo i fascicoli dedicati alle Ong daranno un bel da fare alle Procure.

Leggi anche:
Ipotesi Alta Corte per giudicare le toghe, accordo su separazione carriere
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti