Noemi
Noemi ha scelto la Capitale per la data finale del suo tour, una serata speciale che ha segnato il suo primo grande concerto romano nella storica arena. Un traguardo costruito con identità precisa, visibile fin dai primi minuti: l’abito ispirato all’immaginario della città eterna, la pedana scenografica che richiamava le scalinate di un tempio classico. Tutto per legare lo spettacolo alla sua Roma, quella vera, quella del cuore.
L’apertura con l’intro e “Se t’innamori muori” ha dato il via a una prima parte compatta. Sono seguite “Luna bugiarda”, “Senza lacrime”, “La fine” e “Per tutta la vita”. Brani che hanno accompagnato il pubblico dentro il suo mondo senza forzature, con un equilibrio costante tra voce e arrangiamenti. L’emozione era evidente, ma tenuta sotto controllo. Il rapporto con la platea si è sciolto subito con una battuta che ha strappato sorrisi: “Sono davvero felice e vi ringrazio di essere qua perché stasera c’era anche una partita interessante, forza Roma”. Un pensiero alla squadra del cuore, che segue spesso all’Olimpico.
Il concerto ha cambiato atmosfera con il blocco blues, uno dei passaggi più caratterizzati dello show. L’ingresso di Serena Brancale, presentata come “una regina del blues”, ha portato sul palco “Briciole” e “Piece of My Heart”, segnando una deviazione sonora netta rispetto all’inizio.
Con il blocco acustico alla chitarra il ritmo si è abbassato, lasciando spazio a una dimensione più raccolta. “Tutto l’oro del mondo”, “Attrazione” e “Amore eternit” hanno preparato l’arrivo di Federico Zampaglione per “Due destini”, uno dei momenti più riconoscibili della serata.
Il blocco dance ha riportato energia e movimento, prima di un nuovo cambio di passo con “Nostalgia” e “Centomila notti”. L’ingresso di Gaetano Curreri ha aperto un passaggio centrale del concerto. Con lui Noemi ha condiviso “La promessa” e “Bagnati dal sole”, sottolineando il valore di un legame artistico che attraversa tempo e scrittura.
Uno dei momenti più essenziali dello spettacolo è stato “Noemi al piano”. Da sola ha proposto “Generale”, poi ha accolto Francesco Gabbani. Insieme hanno cantato “Un sorriso dentro al pianto”, canzone scritta dal cantautore di Carrara per Ornella Vanoni, omaggiata dall’applauso sentito del Palasport.
Il ritmo è tornato a salire con Carl Brave, protagonista di un medley che ha unito “Makumba” e “Hula Hoop”, seguito dalla ripresa di “Oh ma”. Nel blocco finale sono arrivati altri ospiti. Gigi D’Alessio ha condiviso “Non dirgli mai” e “L’amore si odia”. Poi è arrivato il singolo sanremese “Glicine”. Fabrizio Moro, romano come lei, è salito sul palco per “Sono solo parole”, brano scritto dallo stesso cantautore per Noemi.
Un duetto diretto, senza sovrastrutture, che ha riportato al centro la scrittura e il legame tra i due artisti. A chiudere, “Vuoto a perdere” e il bis con “Se t’innamori muori”, in una chiusura circolare che ha richiamato l’inizio dello spettacolo. Il concerto di Noemi a Roma è stato un successo fatto di canzoni, incontri e riferimenti chiari alla sua città.