Open Arms torna a chiedere un “porto sicuro”. No del Viminale

Open Arms torna a chiedere un “porto sicuro”. No del Viminale
9 agosto 2019

Ancora stallo per la questione della nave Open Arms, dopo sei giorni trascorsi nel Mediterraneo in attesa di un porto sicuro l’imbarcazione della ong spagnola Proactiva con a bordo 121 migranti in un comunicato ha fatto sapere che se la situazione a bordo si aggravasse entreranno in acque italiane.

“Gli stati europei dimostrano il loro coraggio voltandosi dall’altra parte”. Ha denunciato su twitter la ong tornando a chiedere un “porto sicuro subito”. Secca la replica del Viminale che precisa che la posizione del governo italiano non cambia, anche a fronte del ricorso della ong alla procura dei minori. La nave è spagnola e gli immigrati a bordo sono sotto la diretta responsabilità di Madrid. Non si comprende la richiesta alla magistratura italiana, a meno che la ong non voglia mettere in pratica l’ennesima provocazione per portare gli immigrati nel nostro Paese, magari dopo aver precostituito le “condizioni di necessità”.

L’ong Open Arms, inoltre, ha comunicato alle autorita’ italiane che ben 89 migranti che ha a bordo hanno chiesto lo status di rifugiato e la nave pur essendo in acque internazionali, in acque SAR maltesi e nelle vicinanze di altri Paesi sovrani, deve attraccare in un porto italiano. Immediata la replica Viminale, secondo cui, poiche’ la Open Arms e’ spagnola, “in base alle convenzioni internazionali e alla giurisprudenza della corte europea, e’ dovere dello Stato di bandiera prendersi cura di coloro che si trovano a bordo, dopo essere stati raccolti o trasportati in acque internazionali”.

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E a questo punto – aggiungono le stesse fonti del Viminale- : gli esperti del ministero dell’Interno stanno valutando la possibilita’ di richiamare pertanto la Spagna, anche in ambito giurisdizionale, al rispetto degli obblighi internazionali facendosi carico delle 89 persone. Al Viminale c’e’ la sensazione che l’unico obiettivo della ong sia quello di trasferire le persone in Italia, senza interessare minimamente il proprio paese di bandiera. Sulla vicenda interviene nuovamente il ministro dell’Interno Mateo Salvini, dichiarando che l’Italia “non e’ il campo profughi dell’Europa”.

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