Parolin: la stagione della Democrazia cristiana “è finita, il passato non si può ripetere”

Parolin: la stagione della Democrazia cristiana “è finita, il passato non si può ripetere”
Cardinale Pietro Parolin
18 gennaio 2024

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, a margine di un evento al Senato sul cardinale Achille Silvestrini, commenta alcuni temi di stretta attualità, partendo dalla politica. In particolare, condivide la fine della Democrazia Cristiana, sottolineando l’importanza di integrare i valori cattolici nel panorama politico contemporaneo. “Il passato non si può ripetere – dice Parolin -. È stata una stagione che ha avuto le sue grandezze e debolezze, ma è finita. Al di là delle formule, l’importante è che i valori dei cattolici – che poi sono valori umanistici – possano trovare spazio nella politica di oggi e anche essere tradotti nella realtà.”

Il cardinale sottolinea la necessità di conservare e promuovere i valori intrinseci della fede cattolica e degli insegnamenti umanistici, con particolare attenzione alla solidarietà e alla sussidiarietà come principi fondamentali per guidare l’azione politica contemporanea. Focalizzandosi sulla difesa della vita in tutte le sue sfaccettature, Parolin commenta la recente decisione in Veneto di respingere la legge sul fine vita, definendo la vita come “un tema nostro”. E afferma che la vita deve essere difesa “dall’inizio naturale alla fine naturale”, ribadendo così la posizione della Chiesa sulla sacralità della vita umana. E manifestando preoccupazione per i conflitti internazionali, il cardinale espone chiaramente l’auspicio di evitare un allargamento delle tensioni.

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Riafferma la posizione della Santa Sede sulla soluzione a due Stati per il conflitto tra Israele e Hamas e conferma l’impegno della Chiesa per una soluzione pacifica in Ucraina, anche se finora limitato alla dimensione umanitaria. Approfondendo il dialogo tra Chiesa e politica, Parolin sottolinea la necessità di coordinamento e collaborazione tra la Santa Sede e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per portare avanti gli stessi obiettivi, riconoscendo la complessità del contesto attuale. Tuttavia, “ci deve essere, ma se ricordate, il Papa a inizio pontificato disse che i rapporti con la politica italiana sono di competenza della CEI. Però credo che nella particolare situazione che viviamo non ci si possa esimere dal rapporto con la Santa Sede”.

Il cardinale fa anche eco all’appello del Papa per un’economia inclusiva e sociale a Davos, sottolineando la necessità di un impegno globale per lo sviluppo e il benessere delle persone più vulnerabili. Esprime anche l’auspicio di un sostegno al Piano Mattei per l’Africa, sottolineando l’importanza della collaborazione internazionale per affrontare le sfide del continente. E’ anche l’occasione, infine, per ricevere gli auguri dei giornalisti per il suo 69esimo compleanno.

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