Politica

Passo di lato Salvini su premiership

Non ci sono più soltanto le reciproche dimostrazioni di fiducia e affidabilità, “bollinate” persino da Beppe Grillo. In parallelo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano a fare piccoli passi di avvicinamento anche sui punti programmatici di un eventuale governo. E così persino il reddito di cittadinanza, che pure al Nord viene considerato sinonimo di parassitismo, è a un pelo dall’essere sdoganato. Dice il leader della Lega: “Se fosse pagare la gente per stare a casa no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì”. Qualcosa che suona come più di un’apertura. In realtà, il segretario del Carroccio mette le mani avanti e spiega che “prima si parte dal programma e dalla coalizione del centrodestra”, che “prima ne parleremo tra alleati e poi con tutti gli altri”. Ed è pur vero che l’accordo con il M5s ha consentito l’elezione dei presidenti delle Camere “senza i riti del passato, le lungaggini, le fregature” ma “per il governo è un altro paio di maniche perché ci sono cinque anni di vita degli italiani in mezzo”.

Ergo: “Parleremo prima con gli alleati e poi con tutti gli altri, a partire dai 5 Stelle, che hanno preso i voti che hanno preso”. In questa corrispondenza di amorosi sensi, resta il nodo di chi dovrebbe guidare il governo giallo-verde. Salvini esplicita quella disponibilità a fare un passo di lato che finora era filtrata attraverso i retroscena giornalistici. “A me interessa che l’Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma – spiega – non è che è ‘O Salvini o la morte’, Salvini è a disposizione, ma se c’è una squadra possiamo ragionare con la squadra”. Il fatto è che altrettanta disponibilità non è stata mostrata, almeno finora, da Luigi Di Maio. C’è poi un altro nodo, quello del ruolo di Forza Italia. Per Silvio Berlusconi lo scenario peggiore è quello in cui viene tagliato fuori da tutto. Un governo Salvini-Di Maio da soli? Per l’ex premier “sarebbe un ircocervo, l’animale mitologico spesso citato dai filosofi antichi come esempio di assurdità, perché in esso convivono caratteri opposti e inconciliabili”. “E poi – chiede – perché Salvini dovrebbe fare il socio di minoranza di un governo Cinque Stelle?”.

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