Passo di lato Salvini su premiership

Passo di lato Salvini su premiership
Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi
27 marzo 2018

Non ci sono più soltanto le reciproche dimostrazioni di fiducia e affidabilità, “bollinate” persino da Beppe Grillo. In parallelo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano a fare piccoli passi di avvicinamento anche sui punti programmatici di un eventuale governo. E così persino il reddito di cittadinanza, che pure al Nord viene considerato sinonimo di parassitismo, è a un pelo dall’essere sdoganato. Dice il leader della Lega: “Se fosse pagare la gente per stare a casa no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì”. Qualcosa che suona come più di un’apertura. In realtà, il segretario del Carroccio mette le mani avanti e spiega che “prima si parte dal programma e dalla coalizione del centrodestra”, che “prima ne parleremo tra alleati e poi con tutti gli altri”. Ed è pur vero che l’accordo con il M5s ha consentito l’elezione dei presidenti delle Camere “senza i riti del passato, le lungaggini, le fregature” ma “per il governo è un altro paio di maniche perché ci sono cinque anni di vita degli italiani in mezzo”.

Ergo: “Parleremo prima con gli alleati e poi con tutti gli altri, a partire dai 5 Stelle, che hanno preso i voti che hanno preso”. In questa corrispondenza di amorosi sensi, resta il nodo di chi dovrebbe guidare il governo giallo-verde. Salvini esplicita quella disponibilità a fare un passo di lato che finora era filtrata attraverso i retroscena giornalistici. “A me interessa che l’Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma – spiega – non è che è ‘O Salvini o la morte’, Salvini è a disposizione, ma se c’è una squadra possiamo ragionare con la squadra”. Il fatto è che altrettanta disponibilità non è stata mostrata, almeno finora, da Luigi Di Maio. C’è poi un altro nodo, quello del ruolo di Forza Italia. Per Silvio Berlusconi lo scenario peggiore è quello in cui viene tagliato fuori da tutto. Un governo Salvini-Di Maio da soli? Per l’ex premier “sarebbe un ircocervo, l’animale mitologico spesso citato dai filosofi antichi come esempio di assurdità, perché in esso convivono caratteri opposti e inconciliabili”. “E poi – chiede – perché Salvini dovrebbe fare il socio di minoranza di un governo Cinque Stelle?”.

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